Sì, lo so... Ho fatto quella lunga riflessione sul Natale, su come non lo sento e come non ne concepisco la portata, e adesso me ne vengo qua bel bella a porgervi i miei più caldi auguri. Un tantino incoerente eh?
Non so se per dare un significato a questo, e al fatto che sono sempre caduta preda dell'usanza del "regalo a parenti-amici-conoscenti" e per giustificarmi ai miei occhi di atea integerrima, mi piace pensare a questi giorni di feste comandate (comandate da chi a proposito? chi è che comanda le feste? Da piccola pensavo che questo termine si riferisse allo Stato, perchè lo Stato disponeva che tutte o quasi le attività lavorative cessassero... ma adesso ho meno sicurezze di quel periodo di lieta fanciullezza, e una maggiore capacità di perdermi dietro alle parole, e questo comando non risulta più tanto scontato... ) come un pretesto per fare semplicemente gli auguri ai miei più cari, alle persone cui sono affezionata, alle persone in generale.
L'augurio non si limita, una volta fatto, al solo Natale. O meglio, negli ultimi anni i miei lunghissimi bigliettini di auguri (prolissi più o meno come le premesse che faccio alle ricette, avete presente? ) si riferivano ad un più ampio contesto, a quello della vita intesa come campo di aspirazioni, di desideri, di speranze, di volontà; a tutto quello che vogliamo o che speriamo di realizzare, ai nostri sogni, a quello per cui stiamo lottando o lotteremo o vorremo lottare. Oppure l'augurio di trovare la forza d'animo per farlo.
Perchè limitarmi a fare gli auguri per una festa che non condivido?
Alla fine, non faccio che essere fedele alla resa etimologica del termine augurio stesso , 'Augurio ': l’aùgure, in latino 'àugurem ', era un sacerdote indovino che cercava di prevedere il futuro osservando e interpretando il volo degli uccelli o i sogni, ed era molto stimato dalla gente. La parola 'àugurem ' deriva da 'àugere ' che significa “aumentare”, probabilmente perché questo sacerdote era di solito ottimista e veniva considerato “la persona che dà l’accrescimento” insomma che dà qualcosa di positivo, di buono, che fa crescere, cioè “colui che dà presagi favorevoli”. La parola 'augurare ' deriva dal latino 'augurare ' che voleva dire “fare il lavoro di augure”, quindi “preannunciare notizie”, che, come abbiamo visto, erano di solito buone. Perciò quando noi, pur senza essere veggenti, facciamo gli auguri a qualcuno, in un certo senso gli prediciamo che gli succederanno tante belle cose.
E allora auguri cari miei. A tutti i colleghi blogger che mi leggeranno, ma anche a chi "non-blogger" passerà di qui perchè traviato da chissà quale motore di ricerca (il solito caro, vecchio Google per dirne uno). Auguri per tutto quello che volete, sperate, lottate, cercate. Auguri perchè quest'anno che sta per cominciare possiate ricordarlo come complessivamente positivo. Auguri perché possiate fiorire instancabilmente nella realizzazione piena di ciò che volete essere.
E AUGURI (già che ci siamo, non stona mai) per un'Italia più nuova, in cui la libertà di pensiero di parola di espressione non debba essere rivendicata come un privilegio ma sia semplicemente una cosa ovvia. Auguri a noi, perché continuiamo ancora a dire la nostra, a esprimerci in ciò che vogliamo, e perché abbiamo trovato Internet come canale di - per ora, almeno- piena libertà.
Come dolce augurale, vi lascio questa torta che mi piace definire light, così da non dovermi sentire in colpa nel dopo-Natale quando tutti, oberati da feste festini e cenoni, torneremo a fare i conti con la pesante realtà : l'ha scoperto mia madre su Giboncook, anche se -ironicamente- già da un paio d'anni ne avevo scoperta una versione in pratica identica su Gustosa...Mente, limitandomi ad archiviarla come un'"eccentrica ricetta" a cui col passar del tempo non avevo più pensato (questa coincidenza l'ho scoperta per puro caso, spulciando nell'archivio annoso di ricette nel faticoso tentativo di ordinarlo).
Lode a mia madre che l'ha scoperta per altre vie! Si tratta di una delle più meravigliose scoperte culinarie dell'anno (che nel complesso è stato tutto meno che positivo, ma che quanto meno ha profilato una serie piuttosto cospicua di "scoperte culinarie" che hanno riempito la mia mente e addolcito il mio palato). E' una torta decisamente cioccolatosa con una caratteristica che mi permette di spacciarla come light, nonostante la grande quantità di cacao: non è previsto l'uso di grassi - né saturi né insaturi, né di origine animale né di origine vegetale- né di uova.
Questo non inficia la riuscita della torta, che è perfetta e golosissima... non troppo dolce, è perfetta anche per la colazione (oltre che per ogni altro momento della giornata, è chiaro )
Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Gaijina In Forma Con Gusto
nb piccolino che spero non rovini l'atmosfera augurale: In questi ultimi periodi blogger mi da' dei fastidi. Dal post sulla torta di uva e cipolle ho aggiornato abbondantemente, ma gli aggiornamenti non sono registrati da nessuna parte, a parte ovviamente sul blog stesso... Né sui blog che mi hanno tra i preferiti né nei programmi di aggregazione di blog, come Il bloggatore, a cui sono registrata...
Non mi sembra di aver fatto niente per alterare il labile equilibrio su cui si regge il mo blog quindi non so cosa fare, come intervenire... avete mica idee o ipotesi da proporre?
Non c'è epoca dell'anno più gentile e buona, per il mondo dell'industria e del commercio, che il Natale e le settimane precedenti. Sale dalle vie il tremulo suono delle zampogne; e le società anonime, fino a ieri freddamente intente a calcolare fatturato e dividendi, aprono il cuore agli affetti e al sorriso.
(Italo Calvino: "Marcovaldo)
Torta con cacao, pere e cannella (senza grassi aggiunti)