Nella nostra società opulenta, benestante, presunta civilizzata ed evoluta, abbiamo perso spesso il valore delle cose.
Sia chiaro, non voglio fare un discorso nostalgico o pseudo-religioso alla stregua di quelli del Papa e dei suoi compagni di merende che denunciano il pericoloso relativismo dei valori di questo mondo laico o laicista. Non penso che i vecchi sani valori ortodossi e dogmatici fossero tanto più sani, e forse una delle poche cose che apprezzo di questa società contemporanea è appunto il relativismo dei valori, nel senso della presa consapevolezza che esistono diverse concezioni del mondo, della vita, delle priorità, le quali potrebbero o dovrebbero coesistere relativamente in pace, nel reciproco rispetto. Questa mia utopia è lungi dal potersi realizzare, ma indubbiamente oggi c'è molta più consapevolezza del vasto panorama di concezioni valoriali che esistono, senza che si possa affermare il valore assoluto e vincolante di uno di essi.
Il discorso da cui son partita è riferito alla tendenza, tipica della nostra società "capitalista", o ancor meglio "consumista" che, in quanto tale, è fondata quasi esclusivamente sul consumo incessante di merce. Non voglio atteggiarmi a vetero-marxista (non son nemmeno neo-marxista se è per questo ), ma il fatto che la nostra economia è basata sull'incessante consumo di prodotti credo sia un dato innegabile. E la necessità di consumare incessantemente, una volta che si è nelle condizioni materiali (ovverosia economiche) di farlo, pare essere divenuto un habitus mentale incrollabile: consumare senza fiato, e quindi sprecare...
Spesso temo di cascarci anch'io. Sono figlia, alla resa dei conti, di questa società.
Ma di solito, quasi istintivamente, odio sprecare, odio gettare, odio sostituire il vecchio (anche perché tendo ad affezionarmici, per una irrazionale proiezione di emozioni animali su oggetti inanimati ). E lo stesso vale per il cibo.
Non so se faccio inconsci collegamenti a quei famosi "bambini del Terzo Mondo che muoiono di fame" con cui mi hanno tormentato da piccola (in famiglia veramente questa entità trascendentale dei bambini denutriti non è mai emersa come icona per spingermi a mangiare, ma fuori casa li sentivo spesso usare come minaccia), oppure se è per una vaga coscienza di quanto sono fortunata ad avere così tanto cibo da poterne buttare... Ma l'idea di gettare il cibo mi crea una certa ripulsa. Tanto più se è integro e solo un po', quasi, vecchiotto: come il pane secco, ad esempio.... o quella povera ricottina che da una settimanetta giaceva nel frigorifero gridando pietà e urgenza di venir utilizzata prima che i processi fisiologico-chimici la conducessero alla decomposizione.
Mi sono ricordata, allora, di una ricetta scovata tempo fa, da me o da mia madre, sul sito Ricette dal Mondo, che prevede l'uso della ricotta: un grido di giubilo per la ricotta che giaceva in frigo e che nessuno aveva voglia di gustare spalmata su una bella fetta di pane (nemmeno la sottoscritta, evidentemente).
Ma comunque il pane fu coinvolto. Si tratta infatti di panini, personalizzati dall'uso della ricotta (che li rende morbidi e gustosissimi) e, se piace, dallo zafferano.
Rispetto alla ricetta originale, ho dimezzato le dosi di tutti gli ingredienti così da ottenere non 12, ma 6 panini. (il nostro fornetto è troppo piccolo e 12 panini non sarebbero entrati se non in 2 mandate successive... ) Inoltre ho ulteriormente dimezzato la quantità di zucchero prevista, perché la quantità originale restituiva dei panini troppo dolci.
Con questo nuovo aggiustamento vengono dei panini in cui la componente di dolce si avverte appena appena e che sono adatti per ogni momento della giornata! Un ennesimo tocco di forza, poi, viene dall'uso dello zafferano (che ho lasciato nella dose originale di una bustina), che da' ai panini un carinissimo colore giallino oltre che un tocco ulteriore di sapore che vince quel residuo di dolce. Se non piace, si può fare anche la versione bianca, omettendo di aggiungere lo zafferano.
Sono semplicissimi e veloci da preparare... L'unico "inconveniente" è la necessità di impastarli sulla spianatoia per dieci minuti/un quarto d'ora: ma, se volete, non è che un modo ulteriore per esercitare i bicipiti! Altro che sedute di palestra, ci si mette a impastare i panini alla ricotta!
Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Stefania, del blog Buoni e Veloci, Il formaggio dall'antipasto al dolce.
Essa vuole soltantodifferiree differire non è indifferenza
(Eugenio Montale: "Diario del '72")
Panini di Ricotta
Ingredienti
- 300 g di farina 00 (o farina 0, non fa differenza... in ogni caso che sia farina bianca)
- 125 g di ricotta
- 75 ml di latte
- 25 ml di acqua
- 30 g di zucchero
- 15 g di lievito di birra fresco
- una bustina di zafferano
- un cucchiaino di sale
Procedimento In un contenitore pesate la farina e mescolatela con il sale.
Sciogliete il lievito nel latte tiepido e unitelo alla farina salata, poi aggiungetevi l'acqua, la ricotta, lo zucchero e lo zafferano. Amalgamate il composto fino ad ottenere una pasta soda.
A me all'inizio lo zafferano si è disposto a chiazze nel composto, con un effetto esteticamente riprovevole. Se succedesse anche a voi, non preoccupatevi: dopo il quarto d'ora d'impasto, lo zafferano si distribuisce omogeneamente nel composto, dando alla pasta una carinissima sfumatura giallo chiaro.
A questo punto trasferite la pasta sulla spianatoia o su un piano in cucina e impastatela con le mani per 10-15 minuti. La palla deve risultare morbida ma non appiccicarsi al piano: se succede aggiungete un po' di farina.
Dopo aver diligentemente impastato, trasferite nuovamente la pasta nel contenitore che avete usato all'inizio e lasciatela lievitare, coperta con un panno umido, per un'ora.
Passata l'ora rovesciate la palla sul piano infarinato e formate circa 6 panini di 88-90 grammi l'uno. Ripotenteli su una teglia coperta di carta da forno e fate sul dorso di ognuno di essi un'incisione a croce: per tale incisione io uso l'opinel, ma credo vada bene un qualsiasi coltello. L'unica accortezza è affondare bene, anche se non al punto da trapassare il panino da parte a parte: se la croce è poco marcata, l'ulteriore lievitazione a cui adesso sottoporrete i panini finirà per soffocarla e la renderà invisibile.
Dopo averli decisamente incisi, metteteli a lievitare per circa 30 minuti in luogo tiepido, poi infornateli a 190° C per circa 20 minuti.
Per chiudere vi propongo due squarci del panino tagliato a metà... una sorta di visita anatomica, per intenderci... Le ho di entrambe le versioni, quella bianca e quella gialla con lo zafferano, e ve le propongo entrambe. La differenza a dir la verità è minimale, soprattutto in foto, ma se aguzzate la vista una qualche differenziazioncina cromatica probabilmente salta fuori. E badate bene, non si tratta di fotomontaggi!
Versione con zafferano:
Versione emaciata privata del suddetto (cioé lo zafferano):
E adesso, come sempre, vi saluto affettuosamente con un forte abbraccio, augurandovi una gradevole giornata settembrina.
E come sempre in attesa delle vostre opinioni,
Giulia
Tutto questo consumismo sta rovinando la gente e il mondo che ci circonda. Le persone non riescono più a riconoscere quelli che sono i veri valori della vita e quelli che ce la fanno sono troppo pochi, non so dove andremo a finire. mah!?
RispondiEliminaComplimenti per la ricetta, deve essere ottima.
Un abbraccio
@ Giulia dans le noir
RispondiEliminaCiao Giulia, il piacere è tutto mio. Ti ringrazio per la gentilezza, ho aggiunto "Filosoficamente Sostenibile" al blogroll di "Ricette Blog" e mi sono iscritto ai tuoi lettori fissi.
A presto!
Complimenti!
RispondiEliminaSai, un saggio disse un giorno che il primo requisito da avere per essere membri di un gregge, e seguire il buon pastore, è quello di essere pecore ;-)
Viva il relativismo, viva il dubbio!
Bellissimo quell'agghiacciante urlo' nel titolo!
Ciao Giulia,
RispondiEliminagrazie per aver partecipato alla mia raccolta.
Non appena posso aggiornerà il post.
ciao
Stefania
che buoni questi panini! sono una meraviglia!
RispondiEliminaCiao!! Grazie per essere passata dal mio blog...anche il tuo è molto carino! E buoni anche questi panini!! Io ho un'altra ricetta che ancora devo provare, quando la provo ti dico!
RispondiElimina'sti panini mi piacciono tantissimo anche perchè rimangono morbidi per qualche giorno se si ha l'accortezza di tenerli ben avvolti in un canovaccio o in una busta di carta. Personalmente preferisco la versione "emaciata", priva di zafferano. Si sa, "de gustibus..." (^_^)
RispondiElimina@spiritodellaterra: Non so se il consumismo sta rovinando la gente (per me era un po' rovinata anche prima...), ma di certo sta distruggendo il mondo che ci circonda. Nè so se e quali sono i valori veri, o comunque se ce ne siano tali da affermarli in misura universale, ma il trend imboccato dall'umanità mi lascia l'amaro in bocca. Il genere umano, o meglio il tipo umano della zona più ricca del pianeta, ha istituito una società tragicamente autodistruttiva... e la cosa peggiore è che a farne le spese non saranno solo i diretti responsabili, cioé gli uomini... ma tutta quanta la biosfera.
RispondiEliminaGrazie per esser passata e per avermi lasciato il tuo interessantissimo commento :-)
Un bacione e a presto
@Sacco: Ciao! E' un piacere averti dalle mie parti... Sono contenta che tu mi abbia accettato tra i tuoi e che abbia voluto seguirmi in maniera fissa. :-)
Spero di risentirti presto
@Gio: Eccoti qua! Mi fanno piacere i tuoi interventi, anche perché sono maledettamente in linea con il mio pensiero, quasi una mimesi di quello che penso (strane coincidenze e concordanze eh?)
Il relativismo e il dubbio penso siano ciò che da' senso e brio all'esistenza, alle esistenze.
E per l'urlo, ho preso indirettamente ispirazione da Munch ;-)
@Stefania: Grazie a te di essere passata di qua. Mi è piaciuto subito l'argomento della tua raccolta, che si è rivelata essere alla tua portata. Ho avuto seri dubbi sulla natura "formaggiosa" della ricotta (è ricavata dal siero del latte ed è un prodotto "di scarto", non so se è propriamente definibile come formaggio)... e quindi ho esitato un attimo a pubblicare e ad aderire... Ma spero che la presenza della ricotta non mi faccia escludere dalla raccolta ^_^
A presto un abbraccio
@Federica: Ciao e grazie per i complimenti entusiastici e spontanei... Riempie il cuore sentirsi così apprezzati. Non sono solo meravigliosi, come dici tu, sono anche davvero facili ^_^
Grazie della visita
un bacio
@Denise: Sbirciavo il tuo blog da ben prima di fondare il mio e di avere un account Google... ;-) Mi è sempre piaciuto. I panini son buoni e facili, continuo a confermare.
Adesso son curiosa di questa tua altra ricetta eh! Fammi sapere, ci conto ;-)
un abbraccio a presto
@groppona: Grazie di aver aggiunto questi dettagli sulla conservazione nel tempo, sei gentile come sempre! Sì, lo so che tu sei per la versione palliduccia... la prossima volta facciamo quella eh? ;-)
Un bacio (e buona partenza, girellona!)
Giulia
Ciao, ti ringrazio anche io della visita e ricambio volentieri....la ricetta mi piace molto anche se aspetterò la ricotta fresca che per adesso non trovo facilmente...A presto
RispondiEliminaciao, giulia! complimenti per il tuo blog, è davvero interessante e ben strutturato.
RispondiEliminaanch'io da bambina sono stata vittima di frasi-inculca sensi di colpa come quelle che facevano riferimento ai bambini che non potevano mangiare; solo che non capisco perché visto che non ho mai rifiutato neanche una briciola di pane. se non altro, però, devo ringraziare chi mi sottoponeva a queste torture dell'animo visto che non butto via neanche una mela marcia e riciclo pane vecchio di quattro giorni.
a proposito di pane, fantastica ricetta che proverò quanto prima.
a presto!
Mi hai fatto venire in mente Baumann secondo cui viviamo una vita liquido-moderna...
RispondiEliminaLL
Cara ragazza, che sollievo! Un blog filosoficamente stimolante e culinariamente intrigante: accoppiata perfetta! Perché nessuno pensi che chi cucina con piacere é una sorta di "minus habens", un povero gastero-pensante privo dell'uso delle meningi. Mi piace quel che scrivi, come lo scrivi, e quello che cucini. Ci accomuna, oltre a una sospettosa insofferenza per gli sprechi da economia capitalista al crepuscolo,anche la passione per la panificazione casalinga. Direi che te la cavi molto bene: complimenti! Grazie per il sostegno al mio blog e...non perdiamoci di vista. A presto
RispondiElimina@Elena: Grazie a te di aver voluto ricambiare la visita! ^_^ E grazie per i complimenti alla ricetta... Sì se vuoi falla non appena trovi la materia prima... come vedi, è un piatto per tutte le stagioni ;-)
RispondiEliminaGrazie ancora
un abbraccio
@maria rosaria: Ciao! Grazie del commento e della constatazione sul blog... Anche per me la minaccia sui bimbi del terzo mondo aveva poco senso, da piccola non lasciavo mai mai avanzi, ho sempre mangiato tutto! Anche noi in famiglia ricicliamo sempre il pane (piange ancora più il cuore, poi, gettare quello che è frutto del sudore della nostra fronte)... ho un paio di ricettine carine che prima o poi lascerò nel blog. Spero che, se già non le conosci, possano servirti da ispirazione fruttuosa.
Grazie della visita
a presto
buona notte
@Lindalov: I tuoi riferimenti colti a Baumann mi hanno colto inizialmente alla sprovvista... sia lode a Wikipedia! ;-)
Ovviamente nel mio discorso non avevo in mente tutto il retroterra sociologico-filosofico di Zygmunt Baumann, le mie erano solo constatazioni fatte, anche se nutrite di certi concetti studiati a scuola o all'università e magari sedimentatisi nella mia mente.
Il fatto che te l'abbia fatto venire in mente quasi mi onora ;-)
Grazie (della visita, del commento, del riferimento a Bauman, che mi ha fatto imparare qualcosa di nuovo)
un abbraccio
Giulia
@sabrine d'aubergine: Ciao... La tua visita e il tuo commento mi riempiono di piacere. Ho bevuto con gioia tutto quello che mi hai detto, dai complimenti al blog, alle meravigliose considerazioni sul legame cucina-pensiero (che sostengo assolutamente!), ai tuoi riferimenti all'"economia capitalistica al crepuscolo" (che geniale espressione...). Anche a me piace molto come scrivi e come hai articolato sia il tuo commento che i vari post che ho scorso nel tuo blog.
RispondiEliminaA presto :-)
un abbraccio
Giulia
Bellissimi panini; adoro il pane fatto in casa,il profumo che sprigiono per la casa ti appaga!!
RispondiElimina@Solema: Ciao ^_^ Grazie del complimento sui panini... anch'io vado matta per il pane casalingo (credo si intuisca, ed è evidente anche dalla ricetta precedente che riguarda la rivoluzione del pane fatto in casa). E come non condividere il tuo giudizio di appagamento? ^_^
RispondiEliminaa presto
un abbraccio
Giulia