E chi se le ricorda già più, le vacanze... Il titolo me l'ero appuntato quando pronosticavo di postare la ricetta attorno al 6 o al 7 di gennaio, e ormai cambiarlo sarebbe quasi come "tradirla"; non so se vi è mai successo, ma a volte un titolo, un nome, una denominazione, sembrano fatte apposta per l'oggetto nominato, che sia un racconto, una poesia, il paragrafo di una tesi, o una ricetta...
Sono questi titoli che cerco, quando scrivo. Quelli che spero di cogliere, di
catturare, quelli che aspetto e che si adattano felicemente all'idea che ho di ciò che sto scrivendo. Sono al di là della mia capacità cosciente, a volte anche oltre di un mio sforzo mentale... sono ispirazioni che arrivano casualmente, che non posso sempre sperare di poter afferrare.
catturare, quelli che aspetto e che si adattano felicemente all'idea che ho di ciò che sto scrivendo. Sono al di là della mia capacità cosciente, a volte anche oltre di un mio sforzo mentale... sono ispirazioni che arrivano casualmente, che non posso sempre sperare di poter afferrare.
E così la mia ricetta ha come titolo un riferimento alla cara Epifania passata da più di una settimana, e che ha chiuso il periodo di vacanza che ci è concessa in occasione delle sospensioni delle attività in onore dalla festività natalizia... Per chi ha potuto aprirlo questo periodo, ovviamente. Per me queste sono state tra le vacanze più stressanti e faticose degli ultimi anni... non ho mai smesso di lavorare alla tesi, accumulando un'assurda quantità di stanchezza e di stress che ancora mi attanagliano; ho imparato a sviluppare nei confronti di quella sottospecie di trattatello che sta nascendo sotto la mia tastiera una sorta di insofferenza feroce, cosa molto negativa perché denuncia una nascita sbagliata dell'oggetto in questione. Le proprie creature generano fierezza, orgoglio, gioia... non insofferenza, intervallata a dire il vero da momenti di esaltazione e contentezza.
Comunque il 6 gennaio ha rappresentato anche per me, che non ho vissuto le festività natalizie come "vacanza vera e propria", una sorta di fine. Sarà per l'abitudine ereditata negli anni dell'infanzia, in cui l'Epifania segnava irrimediabilmente, ineluttabilmente, il ritorno tra i banchi, addolcito dalle calze piene di dolcetti e di goloserie che genitori e parenti donavano a me e mia sorella. I doni della Befana erano per me quasi un modo di chiedere scusa... da parte della Befana, ovviamente, che poverella si accollava sulle spalle tutte le responsabilità per quelli che volevano che la scuola riprendesse il 7 gennaio.
La Befana nella mia infanzia rappresentava, oltre a questo, anche la rivendicazione femminile in un contesto maschile e maschilista, dove Gesù è maschio, suo padre anche, e i Re Magi sono uomini. Quando ho scoperto l'esistenza dei tre Magi, ricordo di aver elaborato nel mio cervellino la teoria di un complotto a spese dell'unica donna presente in tutta la combriccola. Che poi era comunque discriminata perché portava il carbone, cioè i rifiuti, gli scarti; mentre i Magi che pretendevano di poterla sostituire avevano oro, incenso, mirra.
Avevo le idee parecchio confuse sulla questione, come potete intuire... e avevo già da piccola la cattiva abitudine di intrecciare trame e intrighi assurdi sulla base di niente.
Il fatto è che non vedevo come legare i Magi alla Befana. La Befana all'Epifania.
L'assonanza dei due termini, la somiglianza dei suoni mi faceva pensare che si trattasse della stessa "persona" (sì, per i miei 8 anni l'epifania era una persona); ero convinta che "Epifania" fosse il nome distorto della Befana, o un modo sbagliato di riferirsi a lei.
A 8 anni mi facevo un sacco di domande riguardo alla realtà e alle cose attorno a me. Ricordo con un certo orgoglio che avevo un sacco di dubbi: dubbi sani e robusti, di tipo cartesiano per intenderci...
Mi piaceva capire a fondo la realtà, soprattutto quando essa non riusciva a modellarsi sulle convinzione trasmesse dall'educazione e assunte come assolute. Poi con la pubertà sono peggiorata: non nel senso che non ho più messo in dubbio le convinzioni tasmesse, o perché trovavo una risposta assoluta ad ogni domanda.
Semplicemente, per un po' è stato come se non mi interessasse più indagare. La realtà non mi affascinava più come prima, non mi faceva più voglia di svelarla, di capirla, di entrarci; forse è normale, l'abitudine alla fine smorza anche le più grandi enfasi, e la vita diviene presto una tollerabile abitudine.
Per questo avevo dato come per risolta l'identità Befana-Epifania, e più semplicemente non ci avevo più pensato. Poi in terza liceo abbiamo letto Lucrezio, geniale e meraviglioso nel suo richiamarsi all'edonismo e a Epicuro, l'unico filosofo che, per i miei sedici anni, meritava di esistere (adesso ho ovviamente cambiato idea, anche all'interno della stessa filosofia greca... ma Epicuro è ancora uno dei miei fari, uno che è stato dai posteri troppo ignorato o messo da parte, forse per il suo mettere al centro della propria considerazione il semplice elemento di piacere. Eppure ritengo che l'edonismo di Epicuro, anche se con qualche correzione e raffinamento, sia l'intuizione tra le più geniali della storia del pensiero)... nel suo "Inno a Venere" nel "De Rerum Natura" Lucrezio ci parla dell'"epifania di Venere". Ricordo ancora che pensai che la professoressa avesse sbagliato termine: che c'entrava la Befana adesso? eravamo ad ottobre, o novembre, comunque troppo presto per il Natale e per tutto ciò che gli è collegato!
E' che sapevo troppo poco greco ragazzi miei... Non che adesso ne sappia molto di più, solo qualche termine filosoficamente importante, ma allora non mi interrogavo sull'origine delle parole: l'ἐπιφάνεια, l'apparizione, la manifestazione.
Così il problema della Befana riemerse nella lettura del latino Lucrezio. Manifestazione di che? E' l'apparizione dei Magi, sacerdoti pagani che nel far visita a Gesù lo riconoscono e riconoscono quindi la stessa religione cristiana.
Questo non risolveva il problema della Befana, certo, ma almeno collegava la festività dell'Epifania alla presenza dei tre individui che arrivavano a bordo di cammelli con dei doni che per un bimbo appena nato e che vive in una stalla con un bue e un asino come fonti di calore (oltre che di microbi) risultano piuttosto inutili. Forse Maria e Giuseppe li hanno venduti e si sono potuti permettere un'abitazione un po' più sana per crescere un figlio...
Scopro oggi (e intendo oggi 13 gennaio 2010 ) che il termine "befana" discende effettivamente da "epifania", è una sua corruzione lessicale. E questo mi mette il cuore in pace, la mia identità infantile non era poi così errata"
E sempre oggi 13 gennaio scopro la connessione tra i sacerdoti di Zoroastro (i Magi) e la vecchina sulla scopa: la Befana porta ai bambini dei doni in ricordo di quelli offerti a Gesù Bambino dai Magi. Un ricordo quanto mai vago, certo, vista la spoporzione tra i doni (mirra, oro e incenso vs. carbone di zucchero ): anche se permettetemi di notare che forse ad un bambino un bel pezzo di zucchero nero da sgranocchiare, o una tavoletta di cioccolata, o dei biscotti, danno ben più soddisfazione di oggetti preziosi quali mirra, oro e incenso.
E anche a noi grandi, che pure sappiamo apprezzare il valore dei "preziosi"... anche solo per la loro capacità di offrirci occasioni di guadagno attraverso la loro vendita. Per questo mi faccio giovane, bella, avvenente Befana arrivata con una settimana di ritardo e offro in dono a tutti i grandi (anche ai piccoli ovviamente... ma il mio pensiero oggi va ai grandi, che hanno dovuto rinunciare all'innocenza, al carpe diem dell'infanzia...) questi particolari e speziatissimi biscotti.
Pepparkakor: sono biscotti natalizi tipici della Svezia, analoghi al panettone o al pandoro per noi, nel senso che sono reparati solo in occasione della festività natalizia. Sono analoghi ai gingerbread inglesi e ai lebkuchen tedeschi... del tipo "tutto il mondo è paese" e la comunanza climatica consente lo sviluppo di approcci simili alla cucina.
Mia madre li ha scovati su Sweet Sweet Lady Cocca, io li ho conosciuti su Il Criceto Goloso (la ricetta è quasi identica); e molti altri tra foodbloggers e miei conoscenti li hanno presi dall'Ikea (o direttamente all'Ikea, senza prepararli).
Io che non frequento l'Ikea non ne sapevo niente di questi biscottini. Ma una volta che li ho trovati li ho eletti a "regalo che avrei fatto a Natale agli amici". E così è stato.
Sono biscotti particolari, dal gusto speziato e insolito. I sapori si equilibrano bene e le spezie non si avvertono in maniera invadente o fastidiosa. E sono divertentissimi nel prepararli! Mi sono fatta un regalo anch'io a farli, perché ho passato un mezzo pomeriggio a divertirmi come una bimbetta nello stendere e sagomare una pasta la cui consistenza e maneggiabilità ricordano un po' il Didò. Con le dosi che vi riporto qua sotto mi sono venuti un'infinità di biscotti! Credo di avere fatto quattro o cinque infornate, per ottenere una marea di profumatissimi pepparkakor.
Se volete limitarvi ed essere morigerati, potete benissimo dimezzare le dosi.
La preparazione dei biscotti nel complesso richiede un bel po' di tempo: vanno impastati il giorno prima e lasciati in frigorifero per almeno una notte prima di stenderli, formarli e cuocerli. Inoltre bisogna aspettare il raffreddamento dei biscotti usciti dal forno prima di glassarli (sì, lo so, la glassatura si può anche evitare, eppure permette di realizzare biscotti davvero carini, oltre che di farli uscire ognuno dalla propria anonimità per guadagnare una personalità e un carattere preciso...).
Infatti, non appena la bellezza primaverile del giorno si svela,ed il soffio del favonio vivificatore, dischiuso, prende forza,per prima cosa gli uccelli del cielo annunciano te e il tuo arrivo, o dea,colpiti in cuore dalla tua potenza.
(Tito Lucrezio Caro: "De rerum natura")
Pepparkakor
Ingredienti
Per La Glassa, vale la proporzione di 2 cucchiai di acqua per 125 g di zucchero a velo
- 270 g di farina 00
- 90 g di burro
- 70 g di miele
- 65 g di zucchero di canna
- 25 g di zucchero semolato
- 3/4 di cucchiaino di cannella
- 3/4 di cucchiaino di zenzero
- una punta di cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
- una punta di cuchiaino di noce moscata
- un cucchiaino di lievito per dolci
- 90 g di acqua
- una siringa senza ago per decorare con la glassa
Per La Glassa, vale la proporzione di 2 cucchiai di acqua per 125 g di zucchero a velo
Procedimento: Scaldate l'acqua, il miele, gli zuccheri e le spezie in un pentolino e portate ad ebollizione sempre mescolando.
Spegnete, aggiungete il burro a pezzi e lasciatelo sciogliere.
In una terrina setacciate la farina e il lievito, poi aggiungete a filo il composto ancora caldo di miele, acqua, zucchero e spezie. Amalgamate fino ad ottenere un impasto omogeneo. Tenetelo in frigo per una notte (o più).
L'impasto dopo la nottata in frigo sarà diventato piuttosto duretto: aiutandovi con le mani iniziate a modellarlo e a scaldarlo, magari estraendolo dal frigo un po' prima di iniziare a maneggiarlo, così che si possa ammorbidire con la temperatura esterna.
E qui viene la parte spassosa, perchè sembra di lavorare e di avere a che fare con Didò o plastilina. Lavoratelo con le mani finché non si scalda e non si ammorbidisce ulteriormente, poi stendetelo su un piano infarinato dello spessore che preferite: i biscotti più sottili verranno croccanti, quelli più spessi più morbidosi. Sta a voi scegliere la versione che più vi piace
Formate dei biscotti della forma preferita e sistemateli su una teglia coperta di carta da forno.
Infornate in forno preriscaldato a 170° C per 7 minuti.
Una volta sfornati aspettate che i biscotti siano freddi prima di cominciare a glassarli: esistono molte varietà di glasse o di modi di glassare, quella che ho scoperto io e che mi sembra adeguata per i biscotti prevede di mescolare lo zucchero a velo con l'acqua, nella proporzione di 2 cucchiai di acqua per 125 g di zucchero a velo o comunque fino ad ottenere un composto della consistenza desiderata (non troppo liquido né troppo solido).
Usare la siringa priva dell'ago aspirando la glassa così ottenuta e dosandola sul biscotto nell'eseguire le decorazioni che più vi aggradano.
Vi porgo così i miei omaggi nel primo post del nuovo anno 2010, con una dolce accoglienza speziata che viene da un nord lontano nella geografia, nei gusti, nelle tradizioni. Per rinnovare ogni volta il piacere della scoperta (anche se l'Ikea mi ha decisamente battuto sul tempo... )
Buona notte miei cari
un abbraccio
Cara, finalmente tutto finito...quanto non sopporto le festività natalizie uuuhhhh...
RispondiEliminala befana mi ricorda il periodo della scuola, l'ultimo giorno utile per dormire qualche oretta in più...
I pepparkakor di Lady li ho assaggiati..sono buonissimi!!!
Che carini i tuoi a forma di funghetto :-)
p.s i re magi con carbone dolce, biscotti e ciocco, è divertente come fantasia :-)
Baci
che belli biscottini,anche se ci vuole un po per prepararli sicuramente vale la pena!!
RispondiEliminaTi sono venuti divinamente !
RispondiEliminaottimi!! :)
RispondiEliminaDevo dire che da buon " maschietto" fin da bambino mi sono sempre interrogato sul perchè di questa presenza femminile unica nelle festività.
RispondiEliminaMa ho sempre provato tenerezza per questa " donna delle feste" che mi portava i dolci dentro una calza. Nel mio immaginario fanciullesco lo vedevo come un vero regalo, forse perchè pensavo che facessse fatica con quella scopa, di notte, a passare da tutti i bambini e proprio nelle giornate più fredde dell'anno. Ammiravo la sua fatica, vedevo in lei le fatiche di mia madre nell' accudire due figli, la casa, la campagna e nel giorno di festa, invece di farle noi un regalo era lei che ci addolciva le giornate.
Scusa questo " amarcord" piemontese, ma come ho appena letto in un blog: chi scrive fa riflettere il lettore e penso sia il più bel complimento per uno che scrive.
Ciao a presto
Lorenzo
che buoni... zenzero e cannella... meravigliosi!!!
RispondiEliminaSimpatiche e originali le tue osservazioni, specialmente sui doni dei magi.
RispondiEliminaAnch'io mi son posto domande su questioni simili. Il comandamento che dice di "...non desiderare la donna d'altri". Ma una donna può essere di qualcuno? La donna può desiderare l'uomo d'altre/i?
E' un vero piacere leggerti!
Pagnotto (...di Pagnottella)!
Ciao Giulia! Volevo ringraziarti per esser passata da me e trovo questa delizia di ricetta..i Pepparkakor sono un must della stagione in casa mia.. Tempo e tempo fa ero dipendente da quelli Ikea..ora li faccio in versione integrale/miele! Gnam!
RispondiEliminaMa devo dire che a vedere i tuoi con quella glassa hanno un non so che in più!
che carini questi biscottini...
RispondiEliminanon li conoscevo..devono essere buonissimi
ciaoooo
Giulia grazie per le parole che mi hai scritto!!! Un bacione e complimenti per questi biscottini.. sono tra i miei preferiti!
RispondiEliminaProprio un bel blog.. complimenti..
RispondiEliminae grazie di essere passata a trovarmi..
Matteo
Ciao, sono stata un po' assente nell'ultimo periodo, ma ora riprendo in mano il mio blog e torno con il pdf della mia raccolta "con un chicco di riso, alla quale hai partecipato anche tu...baci a presto
RispondiEliminaCara Giulia,
RispondiEliminaleggerti - nei tuoi passaggi dalla Befana a Lucrezio - è sempre un piacere vero, di quelli che arricchiscono. Da coltivare nell'otium che mi sono imposta in questi giorni, come condizione per ricaricare le pile. I biscotti stile Ikea rendono più leggera la lettura: che male c'è nell'esser lievi?
A presto
Sabrine
ciao giulietta! mbeh lo studio va a pieno ritmo, mi manca mezzo esame ma il tempo sembra davvero rallentare all'inverosimile (il vecchio Einstein la sapeva lunga sulla relatività..).. non vedo l'ora di finire e festeggiare, anche perchè non credo che andrò avanti con la specialistica. e tu invece? progetti futuri (a parte quello di diventare primo chef ;) ? sarebbe bello se i bloggers si unissero per aprire un bel posticino con una cucina alternativa e creativa!! wow che sogno!!
RispondiEliminaè sempre un piacere leggere i tuoi post, un bacione!
zy
Ciao Giulia, come stai? Presa dallo studio? Sono passata per un saluto, neanche troppo filosofico ma sicuramente... sostenibile!
RispondiEliminaA presto
Sabrine
@pagnottella: neanch’io sopporto le festività natalizie… capisco appieno il tuo sollievo ;-)
RispondiEliminaSono contenta che ti sia piaciuta la fantasia… e poi penso che a Gesù biscotti e cioccolato, oltre ad una copertina per coprirsi (ci danno sempre l’immagine di una Betlemme imbiancata dalla neve, anche se non so se è geograficamente possibile), avrebbero fatto più comodo ;-)
GrAZie del commento e della presenza, è piacevole leggere quello che scrivi…
Ps: tra i pepparkakor quello che preferisco di più è il pupazzo di neve con la cravatta, ma solo perché rappresenta l mia più grande “opera” con la glassa ;-)
@nicole_c: Grazie mille per l’apprezzamento! Sì ne vale la pena e poi sono davvero divertenti (e alla resa dei conti la maggior parte del lungo tempo di preparazione i biscotti se ne stanno in frigo e non impegnano il tempo operativo di chi li fa) ;-)
Buona serata e un abbraccio
@Ale: Grazie, è bellissimo il tuo commento… ne sono piuttosto fiera, perché è una delle “opere permesso di capire che forse non sono poi così incapace…
@Roberta: Grazie!
Un abbraccio
@Lorenzo: Ma lo sai che anch’io la collegavo alla fatica che doveva fare nel passare con la scopa da tutti i bimbi a portare i dolci?! :-) Almeno Babbo Natale ha l’aiuto delle renne…
Non scusati per l’”amarcord”, mi ha riempito di piacere leggerlo, e ho apprezzato tanto la tua disponibilità a volerlo condividere con me e con gli altri che leggono.
Il tuo complimento mi fa arrossire… Anche tu mi dai sempre spunti di riflessione, sbircio quotidianamente il tuo blog (non commento per mancanza fisica di tempo, ma “spiritualmente” ci sono sempre) ;-)
Buona serata a presto
@colombina: Anch’io adoro lo zenzero e la cannella, soprattutto quest’ultima! Se ti piacciono le spezie questi biscotti fan proprio al caso tuo ;-)
@Pagnotto: Grazie… sono piacevolmente colpita di leggere le tue parole…
Anch’io ho riflettuto sul comandamento “non desiderare la donna d’altri”, anzitutto, quand’ero più piccola, alle elementari, perché non capivo come mai la donna non potesse desiderare l’uomo d’altri…
Certo, il comandamento va contestualizzato nel periodo in cui fu elaborato, in cui le donne erano effettivamente proprietà del padre, e poi del marito… ma questo l’ho colto solo successivamente…
Grazie ancora del tuo passaggio, spero di rileggerti presto
@manu: La glassa da’ un tocco di eleganza, di ricercatezza e un’apparenza di difficoltà che me li ha fatti ancor più piacere… e poi hai letto com’è facile? (quella che ho usato io almeno) Ci vuole solo un po’ di pazienza a mettersi a decorare ogni biscotto con la siringa… ;-)
Versione integrale? Che buona!
Mi intriga assai l’idea… usi tutta tutta farina integrale? Mi piace… se ripropongo i pepparkakor prendo ispirazione da te, grazie! ;-)
Un abbraccio
@emamama: Sono buoni, dal sapore particolare… originale forse per i nostri “standard gustativi”, ma forse per questo gustosi e interessanti.
Grazie del commento un abbraccio
Micaela: Ciao cara… è passato un po’ di tempo da quando hai dato il nunzio della scomparsa della tua piccola… spero tu stia meglio…
RispondiEliminaGrazie del commento un abbraccione
@Cuocopersonale: Grazie del commento e del complimento (e scusa per l’impulso gioco di parole)… un abbraccio e buona serata
@piera: Ciao cara, ho visto e scaricato il pdf e ho messo il link a lato della pagina principale del blog… è bellissimo, pieno di risi e risotti e di suggerimenti più vari su come usare questo ingrediente! Grazie di aver pensato a una raccolta così utile
Un abbraccio
@Sabrine: Ciao cara… mi fa piacere leggere il tuo commento (anzi, i tuoi commenti)… sei carinissima a interessarti a come sto, ho scritto la tesi fino a stamattina, l’ho mandata a stampare e rilegare e domani la consegno… e finalmente avrò un po’ di tempo per il blog!
Sono contenta che tu pensi che i miei deliri arricchiscano, li scrivo anche per contribuire un po’ a far pensare, e il fatto che a volte riesco ad innescare un dibattito, o una minima riflessione, mi riempie di gioia, quasi di orgoglio…
La lievità è da coltivare, anche se a volte (citando un esimio autore) può rischiare di essere “insostenibile”… (non so quando a dire il vero, ma quando hai fatto quella domanda mi è venuto subito in mente Kundera e l’ho dovuto infilare nella risposta)… apprezzo con calore l’abbraccio sostenibile e sostenibilmente lo ricambio… un bacio
@Patapata: Ciao carissima! Sono contenta che lo studio proceda e che tu sia in dirittura di arrivo… Come ho detto a Sabrine, domani dovrei consegnare la tesi in segreteria e aspettare l’appello… e poi indosso pienamente la carriera di disoccupata… anche se l’idea di diventare primo chef, anche se inattuabile, mi stuzzica la mente in maniera insistente (magari non primo chef, non ho le caapcità adeguate… mi basterebbe anche ultimissimo chef, ma che sempre chef sia!)
Che bel sogno il tuo… magari organizziamo un gruppetto e lo facciamo davvero… perché no?
Un abbraccione e buona serata
@Andrea: Ciao Andrea… ti avevo già tra i miei seguiti, ma è un piacere incontrarti tra i miei “commentatori”…
Un abbraccio
ottimi, blog interessant.un abbraccio
RispondiEliminainteressanti questi biscottini! nonostante anch'io frequenti l'ikea non ne sapevo nulla! ti sono venuti belli belli! ciaooo!
RispondiElimina@Alessandra: Grazie di tutto: di essere passata, di aver lasciato una traccia di te, di aver apprezzato sia la ricetta che il blog :-)
RispondiEliminaUn abbraccio
@Vale: Ciao! Grazie di essere passata di qua... E grazie per aver apprezzato i miei biscottini speziati... :-) L'Ikea è stata la fonte di ispirazione (altrui, dal momento che io l'ispirazione l'ho presa da costoro che l'hanno presa dall'Ikea), ma ci scommetto che farli in casa è tutta un'altra cosa! ;-)
un abbraccio
Giulia