"Perché una realtà non ci fu data e non c'è; ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere; e non sarà mai una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile"

(Luigi Pirandello)

mercoledì 5 maggio 2010

"Ma stai ancora a riciclare?" ... forse, uno dei miei pochi atti ambientalmente virtuosi: la virtù, l'ambiente, il mio budino del riciclo delle uova di Pasqua

Ebbene sì, dopo quasi un mese di assenza me ne torno qui... e con una nuova ricetta di riciclo. La mia assenza è piuttosto ingiustificata, perché ora come ora non ho impegni così urgenti da motivare il mio essere scomparsa dal blog... è che, forse, l'inattività comincia a pesarmi e molti pensieri che mi hanno affollato la mente sono stati piuttosto negativi. Non un buon stato mentale, quindi, per scrivere di e su ricette .
Ma come spesso- come quasi sempre- accade la causa e l'effetto si mescolano e non sono più arrivata a capire perché esitassi tanto a scrivere e cosa, anche, influisse sul mio stato mentale. Forse scrivere non mi avrebbe fatto così male, né l'avrebbe fatto a voi . E quindi eccomi risorta, con più di un mese di ritardo rispetto alla Pasqua, con un post che si porta dietro, ancora, strascichi pasquali (strascichi che vanno al di là della mia presunta resurrezione)... ancora stanno albergando nella mia dispensa avanzi del cioccolato delle uova di Pasqua.
E per questo è urgente un riciclaggio che sia diverso dal solito passare indifferentemente nei pressi della dispensa, frugare nel contenitore della cioccolata e tornarsene alla poltrona con sguardo falsamente innocente, per nascondere il pezzo di cioccolata appena infilato in bocca e che stiamo silenziosamente masticando. 
Per questo, anche, ho aderito all'appello "Ricicliamo le uova di Pasqua"... anche se più ancora vi ha inciso la mia onnipresente convinzione sull'attività sana, saggia e necessaria del riciclo.
Non c'è stato un attimo, da quando ho il dono della ragione, che non ho pensato a riciclare: mi hanno sempre insegnato a separare la carta dalla plastica, dal vetro e dagli indefinibili "rifiuti indifferenziati" (e quindi non riciclabili). Credo di aver adeirito alla meraviglia del riciclo alle scuole elementari.
Ed è un'abitudine che mi è rimasta. E' curioso come spesso - quasi sempre direi - incameriamo nozioni, atteggiamenti, attitudini che ci sono insegnate dai genitori, o comunque dagli educatori nell'età in cui siamo più malleabili ed elastici... o forse no, non è curioso, solo naturale. Così è stato per il mio ateismo, così è stato per la mia attenzione a riciclare il riciclabile... attitudini prese, assorbite, incamerate senza metterle in discussione, come verità assolute, e solo dopo rielaborate, masticate, messe in discussione e convalidate (o negate).
Da piccola ho vissuto di verità assolute, che non avevano un perché o un percome ma semplicemente ERANO. Mi viene in mente la citazione di un qualche filosofo* secondo cui la religione era "l'infanzia dell'umanità"... non so se è vero, ad essere sincera. Spesso i bambini sono così geniali nel rigirare le cose che noi adulti, ormai irrigiditi in schemi mentali fissi, diamo per scontato.
Ma forse, una volta che il pupo ha acquisito certi concetti, certe nozioni, certe disposizioni, allora quelle divengono pure e assolute verità. E solo un successivo lavoro intellettuale può seriamente, e nuovamente, metterle in discussione.
Comunque sia, questo successivo lavoro intellettuale ha confermato la necessità, la saggezza, la bontà dell'attitudine al riciclo, anche e soprattutto nella crisi ambientale attuale. Forse, se avessimo riciclato di più (ma ancora, se avessimo sprecato meno ), non saremmo nella situazione di adesso.
L'essere umano si è sempre imposto sulla natura non umana come ne fosse il dominatore, come se un qualche diktat sovra-umano gli permettesse di sfruttarla fino allo sfinimento... mi piace pensare che per gli altri animali non sia così, che essi si limitino a prendere ciò che serve restituendo altrettanto. L'essere umano - o quanto meno quella curiosa variazione dell'Homo sapiens che è l'uomo industrializzato che pomposamente si definisce "occidentale" - ha rotto un equilibrio e ha imposto la sua ingombrante presenza in tutto il pianeta.
Siamo progrediti in conoscenze tecnico-scientifiche... ma un uguale sviluppo non c'è stato nella nostra sensibilità morale, nel nostro saper spingerci al di là dell'immediato presente, nello sviluppo di un'intelligenza non solo tecnica ma anche, semplicemente, lungimirante.
Abbiamo disboscato, scavato, sfruttato, estratto, dilaniato, prosciugato, sentendoci in diritto di farlo, credendo che ogni cosa, ogni animale pianta batterio, ogni essere senziente o vivente fosse lì semplicemente per soddisfare i nostri bisogni. E non siamo stati capaci di guardare un po' più in là, di renderci conto che questo sfruttamento esagerato non sarebbe potuto continuare a lungo.

(uso la prima persona plurale, il "noi", intendendo noi come "specie umana")

Sarebbe stata una considerazione semplice, volta a considerare le possibilità che si stavano negando agli esseri umani futuri, ai nostri figli nipoti etc... Non coinvolgeva una (secondo me opportuna) considerazione anche dell'alterità naturale non umana, gli animali non umani, le piante, la biosfera e l'intero ecosistema, sia valutata in se stessa che per le possibilità che può offrire a noi in termini di sviluppo personale e conoscitivo, di possibilità ricreative, di riflessione, di fusione, di gioia.
Ma l'essere umano non è stato in grado di considerare né quest'ultima cosa (l'alterità naturale) né la prospettiva che coinvolgeva lui stesso in quanto specie. 
Così adesso, per la non volontà di guardare avanti e per la miope considerazione tuttora fatta e guidata forse dall'unica ambizione del rapido guadagno, ci ritroviamo in quest situazione di crisi ecologica, in cui le risorse scarseggiano, il pianeta risente dei continui sfruttamenti umani e la società umana, con tutto l'inquinamento e il danno che comporta, si espande ancora di più.
In questo l'attitudine al riciclo è uno dei piccoli contributi che sento (ma per fortuna non solo io ) di poter dare in questo contesto. E' qualcosa per me prezioso, qualcosa che in minima parte mi fa sentire di fare qualcosa.
Riciclare la carta, la plastica, il vetro, l'alluminio, le lattine... fino al cibo che li contiene. E su quest'ultimo noi foodbloggers siamo dei campioni... a nessuno, credo, piace gettare il cibo che avanza, e ogni foodblog ha, di solito, un angolino dedicato al riciclo dei cibi avanzati o vecchiotti: pane, pasta, formaggi, dolci e dolcetti... e il cioccolato  . Anche questo, sembra strano a dirsi, avanza... soprattutto nei periodi pasquali in cui c'è il rischio che la cioccolata si accumuli per l'incapacità fisica di smaltire in tempi rapidi le uova ricevute in regalo (se non volutamente acquistate  ).
Il cioccolato delle uova si può usare in qualsiasi ricetta che preveda l'uso del cioccolato, in qualsiasi torta o plumcake che ognuno di noi ha archiviato nel proprio ricettario. Ne ho usato tanto nella proposizione e nella riproposizione del dolce del riciclo della colomba, oltre che per impreziosire altri biscotti e dolcetti.
Ma l'uso più spettacolare del cioccolato avanzato di Pasqua è stato in un budino, la cui elaborazione è in realtà precedente al periodo pasquale e che non è nemmeno da ascrivere a me, ma a mia madre che se l'è ingegnato prendendo spunti dal Ricettario di Bianca, archivio di antica affezione. Io mi sono limitata a riproporre la sua ricetta e ho usato il cioccolato bianco di una delle uova che abbiamo ricevuto...
E' una ricetta provata molte volte e con varietà di cioccolato diverse; ma il massimo del godimento sensoriale, e che ho voluto riproporre in occasione del riciclo pasquale, l'ho raggiunto con l'uso del cioccolato bianco che tra l'altro, di solito, mi entusiasma pochissimo (ho già parlato del mio ambiguo e conflittuale rapporto col cioccolato bianco nella ricetta del plumcake con pesche e cioccolato bianco ). Le foto ritraggono quindi la mia versione bianca del budino, impreziosita con una sciocca decorazione fiorita fatta con del cacao amaro; ma la versatilità che tanto amo e che è propria anche di questa ricetta fa sì che possiate usare ogni varietà di cioccolato (fondente, al latte, con nocciole... il primo tentativo fatto da mia madre fu con la Nutella, addirittura...)


Partecipo con questa ricetta alla raccolta de Il Blog Di Cucina "Ricicliamo le uova di Pasqua"


e faccio presente il blog candy indetto da Rita de Le cose di Rita per il suo centesimo post: l'iniziativa è carina e il blog merita di essere visitato




Tante foreste strappate alla terra
massacrate
finite
rotativizzate

Tante foreste sacrificate per fornire carta
ai miliardi di giornali che ogni anno attirano
                                                         l'attenzione dei lettori sui rischi del
                                                         disboscamento

(Jacques Prévert: Poesie d'amore e libertà)



Budino al cioccolato bianco




Ingredienti (per 5 coppette da circa 250 grammi)
  • 1 litro di latte
  • 100 g di addensante (farina o maizena o fecola... per questo tentativo, in assenza di altro, ho usato la fecola, e il risultato è stato sorprendentemente migliore, ha dato al budino una sfumatura di sapore e una consistenza diversa e ottima ); usando la fecola o la maizena tra l'altro il piatto è accessibile anche ai celiaci.
  • 100 g di cioccolato bianco (o di qualsiasi varietà voi preferiate)
  • 100 g di zucchero (se usate il cioccolato bianco usate meno zucchero, è già abbastanza dolce e stucchevole di suo... io ho usato 60 g di zucchero)
Procedimento: In un pentolino del volume ovviamente superiore ad 1 litro  mescolate la farina e lo zucchero e sciogliete la miscela con 100-150 ml del latte presi dal litro previsto. 
Scaldate il restante latte, spezzettatevi la cioccolata e fatela sciogliere perfettamente. Quando comincia a sobbollire versate questo liquido (questo liquido ben sodo ad essere sinceri, essendovi sciolti 100 grammi di cioccolata ) nel miscuglio di farina, zucchero e latte mescolando bene con le fruste. 
Mettete il pentolino sul fuoco, collocandolo sulla fiamma piccola al massimo. Continuate a mescolare fino a che non si addensa, avendo l'accortezza di abbassare la fiamma se bolle troppo violentemente. Dovete ottenere un composto liscio e denso come una crema. Quando è tiepido versare nelle coppette e lasciate raffreddare. Poi mettete in frigo e fate riposare qualche oretta (se riuscite a resistere) prima di gustarlo.
Si mantiene in frigo per qualche giorno (sempre che duri)


















Senza indugiare troppo (ho già indugiato abbastanza nella mia parentesi ecologista di introduzione  ) vi lascio qui un ricordo e un saluto, nella speranza (o nell'augurio) di un'autentica rinascita ambientale... per gli esseri umani e per il mondo, per i senzienti e per i viventi...


Buona serata e un abbraccio


Giulia

6 commenti:

  1. La cultura del riciclo come giustamente dici viene dai nostri genitori e nonni dovuta alla penuria di cibo nei decenni passati ma anche ai pochi mezzi finanziari per cui era bene conservare o riutilizzare quasi tutto.
    Al giorno d'oggi invece è una forma di rispetto verso il nostro pianeta ed anche verso quei popoli che vivono in condizioni molto più disagiate.
    Vale sempre il principio quello che abbiamo cerchiamo di dividercelo.
    Una forma di cultura quindi, un modus vivendi acui io non mi sono mai tirato indietro.
    Fortunatamente vivo in una citta dove la raccolta differenziata è molto avanti. Abbiamo a disposizione sei bidoni diversi in ogni condominio dove differenziamo quasi tutto.
    Nel cibo concordo con te, non sprechiamo, anche perchè se il risultato è quello di avere ricette come la tua la contentezza è doppia!:)))
    Impariamo a investire sul nostro fututo lasciando almeno questo mondo il più pulito possibile.
    Ciao e grazie del tuo bel post e il tuo ritorno è una ricchezza per tutti.
    Anche io non sto passando bei momenti e spesso ho la tentazione di chiudere il mio blog.
    Lorenzo

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  2. ton pudding est à tomber en plus à base de chocolat blanc, une pure merveille, j'adore
    bisou et journée

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  3. io purtroppo ho da parecchio finito il cioccolato di pasqua! prima o poi proverò questa ricetta, mi piace troppo

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  4. Fa bene a te e a noi comunicare ed esprimersi,quindi continua a farlo, anche quando come dici tu,mentalmente non stai bene!E' sempre un piacere venire a trovarti e a quanto pare il riciclo fa sempre magie..in ogni cosa!

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  5. Eccomi qui cara giulietta!! Sono stra d'accordo con te sia sullo spreco che sul riciclo...tra l'altro anche io ho le uova di pasqua in dispensa...devo decidermi a utilizzarle...chissà...tu le hai usate al meglio con questo splendido budino!!!Bacio

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  6. @Lorenzo: La tua analisi del perchè del riciclo è giusta, sia per il cibo che per ogni altra cosa... E poi la nostra società opulenta "del benessere" produce molti più rifiuti di quanti prima non ce ne fossero e di un tipo più nocivo.
    Mi parli del tuo periodo negativo e della tentazione di chiudere il tuo blog... ti prego di non farlo anche per quelli (tipo me) che nel tuo spazio trovano una ragione (un logos appunto), uno sguardo chiaro e chiarificatore in questa foschia non chiara della nostra società.
    un abbraccio a presto

    @Fimère: Je suis hereuse que tu apprécies mon pudding de façon que tu "l'adore" ;-)
    Je suis d'autre partie toujours hereuse de tes visites chez moi. Bisous et bonne journée

    @Zasusa: Sono davvero felice che la ricetta di piaccia... ovviamente non è necessario usare il cioccolato delle uova di Pasqua :-P Se la provi fammi sapere che ne pensi. Un abbraccio

    @Damiana: Grazie cara! :-) Mi fa piacere sapere che sei contenta di venire dalle mie parti e apprezzo la tua condivisione della "logica del riciclo" ;-)
    buon fine settimana e a presto

    @Ambra: Ciao carissima! Che bello leggerti e leggere gli apprezzamenti per il riciclo e per la ricetta. E' sempre una meraviglia averti dalle mie parti :-*
    Un abbraccio


    Giulia

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