"Perché una realtà non ci fu data e non c'è; ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere; e non sarà mai una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile"

(Luigi Pirandello)

mercoledì 18 agosto 2010

Un intervento triste per un non lieto evento... e un plumcake con farina di riso e pesche per consolarsi un po'

Forse non ci speravate più, forse nemmeno ci pensavate, forse mi avete dimenticata… ma alla fine le ho trovate le forze e le energie per aggiornare il blog nei ritagli (pochi) di tempo libero durante la giornata di lavoro a Bodrum. Purtroppo, e ripeto purtroppo, non è un motivo lieto quello che mi spinge a scrivere, e quello che sarà il filo conduttore del mio ricordo. Non posso, anche se vorrei, parlare di quello che mi capita qui, del significato che quest'esperienza ha per me, per quanto nonostante tutto, nonostante le inevitabili giornate negative, i cali di umore, le noie e i fastidi quotidiani, non possa che essere felice di essere qui. Ne parlerò magari dopo, magari al mio ritorno, magari in quei quindici giorni di latenza tra il 15 e il 30 settembre in cui probabilmente sarò meno oberata di lavoro. La molla che mi porta a scrivere è un evento tutt'altro che felice: mercoledì scorso è morta Carlotta, la mia cagnolona bianca, che avevo lasciato in buona e buonissima salute e che fino a lunedì 10 agosto sapevo essere ancora in buonissima salute. Martedì mia madre mi ha informato che il giorno stesso avrebbero portato Carlotta dal veterinario... il mio primo pensiero è stato che fosse per un controllo di routine, un richiamo per un vaccino, un problema di dissenteria. Qualsiasi cosa, qualsiasi, che fosse però risolvibile e non grave.
Il giorno dopo mia madre mi ha detto che Carlotta era grave. Che da qualche giorno già non mangiava e vomitava, e che il veterinario le aveva individuato una disfunzione ai reni... non ho capito se c'entrava anche in minima parte la Leishmaniosi o se è stata un'ipotesi valutata a poi scartata. Ma non mi importa in realtà cosa realmente fosse, non è importante quale ipotesi sia stata quella giusta... non ora comunque, perché Carlotta è morta. O per usare un vile eufemismo, se n'è andata, senza che avessi il tempo di accorgermene, senza che potessi essere là per salutarla... ... ...
Che avrebbe cambiato?, direte voi. Lei sarebbe morta comunque. Magari nemmeno si ricordava di me. Probabilmente non ha tenuto in mente tutte le volte che le ho urlato contro, tutte le volte che l'ho accusata di essere uno "stupido cane", tutte le volte che sinceramente non potevo soffrirla; per quanto sostenga l'intelligenza animale, la capacità dei non umani di affezionarsi, emozionarsi, ricordare, un cane non ha la memoria né la stessa capacità riflessiva di un essere umano. Quindi i miei rimorsi, il mio ripensare a tutto quello che potevo fare per trasmetterle il mio amore, sono mal posti e inutili.
Tuttavia è straziante pensare che a ottobre tornerò a casa e non ci sarà lei a festeggiarmi con un coro di abbai e ululati. Ululati fastidiosi, insistenti, insopportabili... ma pur sempre suoi, pur sempre di lei vivente.
E' impressionante come un animale di una specie diversa dalla nostra sia riuscito a diventare così profondamente parte della famiglia, del gruppo, del branco. Sento la sua perdita come quella di un familiare, o di un amico, o di un parente, e non me ne stupisco, perché mi sembra normale soffrire per qualcuno con cui si sono condivisi tanti anni.
Carlotta ha vissuto dal 2000 al 2010... è arrivata, piccola e col testone, che avevo 14 anni e se n'è andata nell'estate dei miei 24 anni. Mi ha vista crescere, da adolescente acerba farmi ragazza e poi donna, ha visto il concludersi del mio percorso scolastico, mi ha conosciuta in uno dei periodi di sviluppo più importanti. Pensare che non mi accompagnerà anche oltre, che non mi vedrà donna in carriera 
(o comunque donna autonoma che si mantiene), mi sembra irreale e fantascientifico. Sarà un trauma tornare a casa, e lo sarà anche e soprattutto per questo.
Questo post vuole essere un inno di addio a Carlotta, il mio cane bianco viziato, infantile e fastidioso, a volte prepotente ma a volte tremendamente tenero. 
A lei che mi ha vista sbocciare, a lei che era sempre lì ad abbaiare con la sua vocetta acuta, che voleva essere sempre in primo piano, sempre in vista; a lei che era stata allevata da due nostre gatte ma che non riusciva a non essere gelosa dei gatti e del fatto che loro potessero dormire sul divano e lei no; a lei che quando i miei andavano in vacanza simulava lo sciopero della fame per poi rubare di nascosto (o anche palesemente) il cibo dalla ciotola dei gatti; alle sue abbaiate interminabili che facevano sì che nessuno nel quartiere si sentisse mai solo, ai suoi occhi marroni da ragazzina, al suo folto pelame bianco di cui lasciava tracce sul pavimento 12 mesi l'anno... sarà strano non doverlo più spazzare o pulire con l'aspirapolvere.
Come non credo in una vita dopo la morte per gli umani, non posso credere nemmeno in un al di là per i non umani: ma scolpito nei nostri cuori e nella nostra mente è il suo ricordo, oltre che il pensiero dolce che si reinserirà, sepolta sotto terra, nel ciclo della vita, nella catena alimentare della macchia mediterranea (sembra strano forse... ma il pensiero del ciclo della vita che sempre ritorna vivente anche se in forme diverse è per me immensamente dolce e consolante). Non è possibile consolare della morte altrui se non chi resta vivo e ha bisogno di sperare e consolarsi. 
E in questa forma do un ultimo, sofferto, saluto, a Carlotta, che sarà sempre per me la mia cucciola bianca dagli occhi marroni e dolci.
Addio Carlotta mia. E grazie di tutto .























































Dimmi, o luna: a che vale
Al pastor la sua vita,
La vostra vita a voi? dimmi: ove tende
Questo vagar mio breve,
Il tuo corso immortale?
Giacomo Leopardi: "I Canti"




Anche se forse sembra inopportuno, anche se forse in un contesto sbagliato, vi lascio e devo lasciarvi comunque con una ricettina, che addolcisca anche se di poco (perché la tristezza è troppo amara) il mio addio. So che in Italia il clima non è molto estivo... ma è comunque, credo, ancora periodo di pesche e il plumcake che voglio proporvi ci casca a pennello. Se potessi accedere alle cucine ne preparerei per distrarmi un po' da questo peso che sento nel petto e per gioire un attimo della sua dolcezza. E' una ricetta che ho ideato la scorsa estate e che pubblico solo ora essendo giunta nuovamente la stagione giusta: ispirata al Plumcake con farina di riso e ciliegie di Anicestellato, è diventata in realtà tutta un'altra cosa, come spesso accade per molte delizie nate dalla mancanza di ingredienti e dalla necessità di sostituirli data l'incredibile e inarrestabile voglia di cucinare: essendomi venute a mancare parte della farina di riso (a cui ho aggiunto fecola di patate e maizena che hanno contribuito a dare al dolce una sofficiosità tremendamente libidinosa, a volte persino eccessiva) e le ciliegie, che ho sostituito con le pesche, sempre abbondanti nella stagione estiva.
Sperando di far cosa gradita, inserisco la ricetta in allegato... perché smorzi, senza far dimenticare, la tragicità della notizia principale.



Plumcake soffice alle tre farine con pesche





Ingredienti
  • 100 g di farina di riso
  • 40 g di fecola di patate
  • 70 g di Maizena
  • 90 g di olio di semi
  • 100 g di zucchero di canna
  • 2 uova
  • 2 pesche 
  • zucchero di canna per spolverizzare lo stampo
  • una bustina di lievito per dolci



Procedimento: Lavorate l'olio con lo zucchero fino ad ottenere una spuma cremosa. Aggiungetevi le uova e amalgamate bene il tutto. Io uso le fruste per comodità e per rapidità, ma ovviamente potete fare tutto a mano, usando la forza delle vostre braccia.
Una volta ottenuta una pasta ben amalgamata, aggiungete le farine setacciate con il lievito e poi le pesche precedentemente sbucciate e spezzettate.
Amalgamate bene, poi versate il tutto in uno stampo da plumcake unto e spolverizzato con zucchero di canna, manovra che contribuirà a dare al dolce una deliziosa crosticina brunita. Cuocete in forno preriscaldato a 180° C per 30-35 minuti (vale sempre e comunque, come ormai è noto, la prova stecchino). 
Lasciate raffreddare prima di sformare e gustare.






E con questa ultima consolazione, con questo dolce saluto, vi mando un forte (e per me consolante abbraccio) dalle coste turche. Sperando di riaggiornarci presto


Giulia 


9 commenti:

  1. Mi dispiace cara, mi dispiace davvero per quanto è successo. Non ho mai avuto un cane o un gatto, posso solo immaginare quello che stai provando ora, ma so che diventano parte integrante della famiglia e perderli è come perdere un fratello. Non credo assolutamente che Carlotta ti avesse dimenticata, un umano forse avrebbe potuto farlo...un cane NO! Solo il tempo potrà aiutarti a superare questo momento difficile; il tuo rientro a casa sarà ancora pesante per il "vuoto" che avrai l'impressione di trovare ma pian piano riuscirai a trovare tutta l'energia per andare avanti e Carlotta nel tuo cuore ci sarà sempre per una coccola affettuosa. Un bacio grande

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  2. ciao amica mia!! quanto mi dispiace per la tua stupenda cagnolina... non posso dire di capire al 100% il tuo stato d'animo, ma purtroppo anche la mia miciona ha una grave insufficienza renale e non le resta molto da vivere.. certo, i suoi 16 anni li ha vissuti intensamente e - voi direte - è anche la sua ora.. ma per me non vuol dire nulla. è la mia micia, siamo cresciute insieme, perché io avevo 6 anni quando mi sono innamorata di quella pallina di pelo e subito dopo è entrata a far parte della mia famiglia. già ora piango come una fontana solo al pensiero della sua malattia.. quindi, insomma, ti sono vicina.
    p.s. ho fatto ieri una torta di pesche con farina di farro e ricotta, buonissima! penserò a te quando la mangerò. un bacione

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  3. E invece eccomi qui, testimone che non ti abbiamo dimenticata. Mi spiace per le tue vicissitudini non belle, avrai modo di pensarci una volta finita questa avventura lavorativa.
    Mi spiace per il tuo cane, ci si affezziona agli animali, gli si vuole bene e la loro scomparsa è sempre motivo di dolore, ne so qualcosa di quando ero ragazzo.
    Ti auguro che le cose migliorino e ti aspetto di nuovo qui per parlare di filosofia ( e anche sul mio blog)
    Lorenzo

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  4. Mi dispiace tanto, a me è successo il 2 agosto, ho (anzi abbiamo) perso il nostro micio di casa,è un dolore quasi fisico, ora anche se di mici ne restano altri due sento un vuoto enorme incolmabile, ma quando la tristezza prende il sopravvento penso che comunque ci ha regalato dieci anni meravigliosi,e che noi abbiamo regalato a lui dieci anni di coccole che non dimenticheremo!Un fortissimo abbraccio

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  5. Hai trovato delle parole bellissime, grazie! :(

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  6. Mi piace molto la farina di riso nei dolci; questo plumcake è soffice e profumatissimo!!! Complimenti, copio la ricetta, grazie!!!

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  7. Pensa che io ho avuto un gattino per soli 15 giorni e quando una mattina mi sono alzata e lui ha dato l'ultimo respiro, io ho letteralmente avuto una crisi isterica, ho pianto tutto il giorno e ancora ci penso con tristezza... Comunque forse è stato meglio non esserci, il distacco sarà minore, perché non ti sembrerà di averla persa...
    Il plumcake è gluten free e consola anche me...

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  8. Giulia mi spiace molto per la tua cagnolina... e immagino il dispiacere di non essere lì quando è successo... per quanto riguarda il fatto che forse non si ricordava nemmeno di te non sono d'accordo, certo i non umani non avranno le nostre stesse capacità mnemoniche ma i rapporti affettivi che insataurano con noi sono molto forti ed intensi...
    Buona fortuna per la tua avventura turca e grazie di averci deliziato comunque con questo dolcetto molto particolare!
    Ciao!

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  9. so cosa provi in questo momento..io ho dato l'addio a due dei miei micioni ed è strato uno strazio...noi li abbiamo sempre considerati perte della famiglia! un abbraccio

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