"Perché una realtà non ci fu data e non c'è; ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere; e non sarà mai una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile"

(Luigi Pirandello)

venerdì 26 novembre 2010

La violenza contro le donne in una miriade di prospettive nella Giornata internazionale contro la violenza commessa contro le donne. E un labile confine tra piacere e dolore nella mia 'crostata decadente'


Il 25 novembre 1960 Aida Patria Mercedes, Maria Argentina Minerva, Antonia Maria Teresa Mirabal - militanti politiche della Repubblica Dominicana in lotta contro la dittatura di Rafael Trujillo (dittatura di cui si sa ben poco, di cui comunque è passato ben poco nelle nostre coscienze) con il nome di battaglia Las Mariposas -  furono catturate in un'imboscata fatta da agenti del servizio militare, torturate e uccise. Una tragedia in cui si mescolano un'evidente prospettiva politica e una (meno evidente?) prospettiva "sessista" (non mi viene in mente altro termine per descriverla)... o forse è più evidente ancora della prospettiva politica, quest'ultima sul sesso? Non ricorda una delle innumerevoli storie sentite riguardo a ragazze o donne aggredite, malmenate, stuprate, torturate, uccise, quale che ne sia il motivo che spinge a questi soprusi? 
Ed è per questo, credo, che il 25 novembre è passato alla storia (o meglio, al calendario ) come la Giornata Internazionale contro la violenza commessa contro le donne


Anche se con un giorno di ritardo non potevo passare sotto silenzio questa piaga secolare, millenaria... questa inestirpabile mentalità sessista che giustifica, a volte velatamente e a volte in maniera esplicita, la sopraffazione del maschio sulla femmina, dell'uomo sulla donna. In virtù della superiorità di forza fisica, forse, o forse della memoria del passato maschilista assunta quasi inconsciamente: una disposizione, una volta che diventa abitudinaria, assume quasi lo status di "giusta" e in ogni caso diviene ovvia, banale, indiscutibile.
Quante storie di donne picchiate, abusate, violentate fisicamente, sessualmente, psicologicamente... costrette a sposarsi con sconosciuti o a convivere con mariti o compagni divenuti violenti, prepotenti, oppressori; a sentirsi quasi in colpa perché vogliono essere diverse, libere di realizzarsi e di realizzare se stesse anche e soprattutto a prescindere dal loro essere "illuminate"da una presenza maschile; che subiscono per anni prepotenze e abusi e che magari riescono, a volte, anche a convincersi che sia bene, che sia giusto così. E questo non avviene solo in quei Paesi che, con un inopportuno senso di superiorità, ci piace chiamare "del terzo (o del quarto) mondo", ma anche nella nostra "civilissima" Italia, in quell'Italia in cui persino alcuni personaggi politici di spicco (non faccio nomi ) esercitano violenza sulla donna una volta che la giudica solo sulla base delle sue apparenze esteriori, del suo poter soddisfare le voglie sessuali dei "maschi".
Abbiamo spesso, e a ragione, paura ad uscire da sole la notte... perché spesso sono le donne vittime di aggressioni, furti, stupri. Ma non sempre - dico cose ovvie, lo so - si è più sicure dentro casa.
Quanti esempi ci sono di donne/ragazze/bambine violentate, picchiate, uccise dal padre, dal fratello, dallo zio, dal patrigno, forse anche dal nonno... tutta quanta la scala parentale è coinvolta nella spirale di violenza domestico-famigliare.
Ho voluto evidenziare questa giornata perché penso abbia senso ricordare anche per scritto la condizione femminile, ancora tanto incerta, ancora troppo legata ai vecchi stereotipi di (presunta) superiorità maschile. Non voglio e non posso affermare l'opposta superiorità femminile, perché ritengo che uomo e donna non siano che due diversi generi di una stessa specie, caratterizzati sì da differenze biologiche, ormonali, che non possono assolutamente scusare una diversità di trattamento e considerazione, che non devono giustificare la superiorità di un genere sull'altro e l'oppressione di uno (quello "superiore") sull'altro (l'"inferiore").
La colpa spesso è degli uomini, certo, che ritengono di poter sopraffare la controparte femminile, di picchiarla, violentarla, ucciderla per il semplice fatto che "sono maschi", di discriminarla sul luogo di lavoro a prescindere dalle effettive capacità, di ignorare le possibilità e le potenzialità al di là di essere un "oggetto sessuale" (o semplicemente un "oggetto"). Ma a volte è anche nostra, che accettiamo quest'atteggiamento, che per acquiescenza lasciamo correre, che scusiamo i comportamenti del proprio compagno/marito ai limiti dell'inverosimile, che tolleriamo di essere ridotte a pure bambole imbellettate... e il cambiamento deve venire anzitutto da noi, se vogliamo che la situazione cambi, anziché accettarlo come benevolo dono del maschio. Non che con questo voglio dire che le donne contemporanee non stanno facendo niente... ce ne sono di ammirevoli che lottano e stanno lottando per una pari considerazione dei diritti; ma anche altre che si piegano allo stereotipo di "bambola-bella-e-per-questo-non-intelligente" che viene usualmente imposto... 
Ogni discriminazione - e quindi anche quella sessuale - svilisce e offende sia chi la porta avanti che chi la subisce e porta con sé solo umiliazione, frustrazione, rancore... e dolore. Un dolore che per quanto può essere velato o cinicamente mascherato sempre dolore è e non ha scuse.
Un dolore senza sfumature. Dolore e basta.
C'è un'affermazione stupida (udita chissà dove da chissà quale idiota) secondo cui in realtà alle donne piace essere trattate così. Come se quel dolore che ci viene imposto potesse metamorfizzarsi in piacere.
Per quanto il confine tra piacere e dolore sia labile, al punto che a volte tendono a mescolarsi, posso giudicare quest'affermazione semplicemente come una cazzata (scusate la finezza).
Ma è sulla scia di questa labilità di demarcazione tra il piacere e il dolore, di quegli stati (ben diversi, badate bene!, dalla violenza inflitta alla donna!) di confine in cui l'estremo piacere sembra mutare in sottile dolore, che inserisco la ricetta del post. Sfogliando una serie di schede di cucina che arrivano in omaggio per posta (sarà capitato anche a voi... mandano gli omaggi nella speranza di incentivare ad ulteriori acquisti), con in testa il progetto di cestinarle tutte (buttandole ovviamente nella carta da riciclare ), mi è cascato l'occhio su questa crostata. E l'ho voluta (anzi, dovuta) assolutamente provare.
Con la sua ipercalorica crema di cioccolato, essa muove dall'intimo del corpo, da ogni sua parte (cuore, cervello, stomaco, papille gustative, sguardo), una scarica di adrenalina e di libido straordinariamente sensuale, che tende però a cadere su una scia dolce di dolore (dovuto sia alla considerazione della quantità di calorie ingurgitate sia a quella caduta della parabola che, una volta raggiunto il suo apice, non può che decrescere ). 
La lussuria del piacere che induce me l'ha fatta (anche visivamente, non so perché) accostare al decadentismo, in cui l'eccessività del piacere andava a braccetto con un tenue sottotesto di dolore. Per questo ho deciso di nominarla (scelta del tutto arbitraria), 'Crostata Rimbaud', in onore di uno dei suoi massimi esponenti. 
In origine la presentazione della "crostata decadente" era nata in relazione ad una disquisizione sul piacere e sul dolore e la difficoltà di distinguerli... ma non potevo tacere del 25 novembre e mi è sembrato ovvio e giusto dare al post un approccio differente.


[...] e forse è per vendetta
e forse è per paura
o solo per pazzia, ma da sempre
tu sei quella che paga di più
se vuoi volare ti tirano giù
e se comincia la caccia alle streghe
la strega sei tu
(Edoardo Bennato: "La fata")



Crostata Rimbaud con salsa di cioccolato, cacao e riccioli di cioccolato




Ingredienti
per la crostata

  • pasta frolla (io ho usato la pasta frolla dietetica)
  • 50 g di burro
  • 150 g di cioccolato fondente
  • 50 g di zucchero di canna
  • 170 g di miele
  • 3 uova
  • 40 g di farina
per la decorazione
  • cacao amaro in polvere
  • 100 g di cioccolato fondente
  • un cucchiaio di acqua o di latte
Procedimento:  Impastate gli ingredienti della frolla e mettetela a riposare in frigorifero per mezz'ora/un'ora. Nel frattempo preparate la salsa: tritate il cioccolato e fatelo sciogliere a bagnomaria con il burro. Aggiungete (tenendo il fuoco acceso) lo zucchero e il miele e mescolate attentamente fino ad amalgamarli e a scioglierli insieme al cioccolato e burro. Togliete dal fuoco e fate intiepidire.
Nell'attesa, una volta trascorso il tempo di riposo della pasta frolla, stendete la pasta frolla aiutandovi con la carta da forno (io uso la "tecnica hamburger" stendendo la frolla messa tra due fogli di carta da forno) e mettetela in una teglia per crostate. Tenete i bordi alti per contenere (e trattenere) la crema al cioccolato.
Riprendete il composto di cioccolato, zucchero, miele e burro ormai tiepido ed unitevi le uova e la farina setacciata, lavorando con la frusta fino ad ottenere una pasta omogenea.
Versate il tutto sopra la frolla e infornate in forno preriscaldato a 180° C per 20 minuti.
Mentre la crostata raffredda preparate le scaglie di cioccolato. Su questo procedimento sono ancora incerta perché non ho affinato la tecnica in maniera da renderla impeccabile (l'ultima volta che ci ho provato ho dovuto buttare via tutto perché ho ottenuto un semplice disastro); vi scrivo in ogni caso quello che ho fatto, accettando consigli, suggerimenti, correzioni e quant'altro.
Sciogliete i 100 grammi di cioccolato fondente a bagnomaria con un cucchiaio di acqua o di latte. Poi stendete la cremina così ottenuta su un piano di lavoro coperto di carta da forno, stendendola molto sottile (sulla scheda diceva "formando uno strato di 2 mm": io ci ho provato ma non è così facile, forse avrei dovuto comprare una migliore qualità di cioccolato ). Attendete un attimo che la cremina si condensi ma, prima che si raffreddi del tutto, tagliate lo strato di cioccolato a nastri usando un coltello (o una rotella tagliapasta, se l'avete) e staccateli - sempre con un coltello, anche se non necessariamente lo stesso, purché immerso precedentemente in acqua molto calda (quella usata per sciogliere a bagnomaria, per intenderci).
Fate raffreddare le scaglie/riccioli così ottenuti in maniera che si induriscano e assumano la loro forma definitiva e ultimate la preparazione della crostata spolverizzandola con abbondante cacao amaro e poi decorandola con i riccioli di cioccolato.
Una libido assoluta, con buona pace di Freud!





E con questa vi ho proposto il mio ultimo, più grande, peccato carnale... un'esperienza talmente travolgente che non l'ho ancora ripetuta (ho solo provato a fare ancora le scaglie di cioccolato, ma le ho messe su altre crostate meno "decadenti").
Augurandovi una buona serata, vi abbraccio (virtualmente) con calore




Giulia

20 commenti:

  1. c'est vrai que la violence envers les femmes est un fléau qui ne cesse de s'accroitre
    ta tarte chocolatée doit être divinement bonne, j'adore
    bonne soirée

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  2. @Laura: Grazie, accetto volentieri il tuo invito alla raccolta. Adesso mi aggiungo :)
    un abbraccio e buona serata

    @Fimère: Salut chèrie... Je te remercie pour tes mots et pour avoir apprecié ma raflection et ma recette. Bonne soirée et bisous


    Giulia

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  3. Hai scritto un bellissimo articolo!!ci hai addolcito con la tua magnifica crostata al cioccolato che è la fine del mondo da quanto è bella e golosa!
    Un bacione Giulia
    bion fine settimana Anna

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  4. Ti conosco da poco ma apprezzo molto le tue riflessioni, la violenza contro il genere femminile è profondamente radicata nella società, riconoscerne le varie forme è il primo passo per combatterla.
    Volevo segnalare il libro -Il tempo delle Farfalle di Julia Alvarez edito da Giunti- è la storia romanzata della lotta delle tre donne nella Repubblica Dominicana.

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  5. @Sunflowers: Ci puoi scommettere sulla libidinosità di questa crostata :P Grazie del commento e buon fine settimana

    @Anna: Grazie Anna, sei carinissima! Sia per l'apprezzamento dell'articolo che per l'apprezzamento della crostata, inserita appunto per addolcire un po' l'amarezza della condizione presente (che denunciavo appunto nell'articolo sopra)
    Buon fine settimana cara e grazie ancora

    @Ambra: Ciao... Sono contenta che tu apprezzi le mie deliranti riflessioni, a volte forse eccessive, spero mai troppo banali. Avevo visto (sul sito da cui ho scoperto la storia delle tre sorelle) l'esistenza di questo libro e ho visto che c'è nella biblioteca della mia città. Lo leggerò a breve, già che me lo consigli :)
    Grazie del commento un abbraccio

    Giulia

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  6. Quanto vorrei una fetta della tua crostata!!!Un bacione grande grande!!!

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  7. Con questo discorso.........scusami, ma la ricetta buonissima passa in secondo piano

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  8. Ciao Giulia, che bello il tuo blog, molto originale, non la solita raccolta di ricette, sono diventata una tua lettrice fissa e colgo l'occasione per ringraziarti per esserti aggiunta ai lettori del mio neonato blog. Un saluto affettuoso
    M.G.

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  9. Ciao Giulia,
    le parole di Edorardo vanno dritte al punto!
    Un saluto
    Kemi

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  10. @Ambra: Ciao zietta che bello leggerti ^_^ Più ancora che offrirti una fetta di torta ti offro la possibilità di farla quando vuoi tu con le tue mani... anche se ovviamente un pezzo del mio cuore è sempre pronto ad offrirtene davvero una fettina fatta da me stessa medesima. Un abbraccio

    @Blunotte: Sono contenta che tu abbia apprezzato il mio discorso... non c'è niente di che scusarsi, alla resa dei conti la ricetta è stata quasi un pretesto per parlare della giornata internazionale contro la violenza commessa contro le donne (mentre di solito è il contrario: il discorso iniziale non è che un pretesto per presentare la ricett). Un abbraccio e grazie del commento

    @Picetto: Ciao cara! Sono felice che ti piaccia il mio blog e l'impostazione "non ortodossa" ;) (posso dire così?) che gli ho dato. Il tuo blog è così ben fatto che non posso che postulare una bella e fiorente crescita... Un abbraccio e buona giornata

    @Kemi: Quelle parole mi hanno toccato il cuore quasi 10 anni fa (8 per essere precisi) e ancora continuano a farlo... sono esatte e descrivono una situazione antica che, evidentemente, non è ancora cambiata.
    Un abbraccio

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  11. Sono contenta che tu sia passata da me, così ho avuto modo di conoscerti e vedere il tuo blog. Anche io non ho voluto pubblicare solo ricette; dentro di me ho sentito la necessità di scrivere alcuni dei pensieri che faccio. Mio piace molto il tuo stile, mi carica di emozioni. Riguardo a questo argomento, tempo fa ho visto una puntata del programma condotto su Rai 3 da Iacona (lo adoro) incentrata sulla donna, sulla percezione della figura femminile in vari paesi europei. Una cosa mi ha colpito più di tutte: in Italia la pubblicità di alcuni prodotti (dallo yogurt al detergente di igiene intima) è diversa rispetto a quella fatta per gli stessi prodotti in altri paesi; mi spiego meglio: qui si usa la donna concepita come oggetto, con una esplicita allusione sessuale, mentre da altre parti si enfatizzano le caratteristiche oggettive del prodotto che si vuole pubblicizzare. Non mi va neanche di commentare.
    Parteciperò alla raccolta. Alla prossima

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  12. Ciao Elena... sono felice anch'io di aver scoperto il tuo blog, e non solo per le belle ricette che proponi ma anche per i pensieri condivisi (come il racconto delizioso dell'indagine "religiosa" del tuo nipotino).
    La tua recensione del programma, riguardo alla diversità di pubblicità in italia rispetto ad altri paesi, ha provocato in me un volto paragonabile a questo : O.o
    So quanto la condizione femminile e la percezione che gli uomini (e le donne stesse) hanno della donna sia infima in Italia, al punto che secondo me sfioriamo i paesi più integralisti al riguardo, ammantandoci persino di una certa ipocrisia e dell'illusione di essere migliori... ma la tua conferma mi lascia basita.
    Grazie del commento, attendo con piacere una tua ricetta per la raccolta :)
    un abbraccio e buona serata

    Giulia

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  13. Ciao!!!...grazie per essere passata dal mio blog e per avermi invitata a partecipare alla tua raccolta!!!...mi iscrivo fra i tuoi sostenitori!!!!

    Ottima questa crostata!...davvero invitante!

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  14. Opera d'arte culinaria di una perfezione e golosità come poche volte capita di vedere. Brava è dir poco. Ti volevo anche comunicare che mi sono spostata, il link nuovo è:

    diariodicucina.blogspot.com spero proprio di ritrovarti presto nella mia nuova "cucina" ^_^

    Baci e buona giornata

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  15. Crostata golosa e blog interessante complimenti scrivi bene e cucini alla grande...
    piacere di conoscerti... abbiamo dato una sbirciatina e il tuo blog ci è piacito molto a presto...
    Un saluto dai viaggiatori golosi...

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  16. @Vanessa: Buongiorno a te! :) Mi fa piacere che tu sia venuta qua e abbia voluto lasciarmi un commento. E sono contenta che ti piaccia la crostata che propongo :) Un abbraccio e buon fine settimana

    @Letiziando: Ma grazie! Le tue parole mi lusingano e mi riempiono di piacere. Grazie per l'informazione di spostamento, come puoi vedere già sono tra i tuoi sostenitori :)
    Un abbraccio

    @I viaggiatori golosi: Buongiorno. E' un piacere sapere che il mio modo di impostare il blog vi piace... e sono contenta di ricevere il vostro apprezzamento per le ricette. Anche il vostro blog è decisamente interessante, ne approfitto un attimo per darci un'ulteriore sbirciatina.
    un saluto e un abbraccio


    Giulia

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  17. Ciao! grazie di essere passata da me :)
    molto interessante il tuo blog, questo post poi esprime molte bene alcune cose che non dovrebbero mai essere dimenticate, ma che spesso anche personaggi di un certo calibro (e non faccio nomi) non vogliono tenere a mente.
    Bene, ripasserò presto!
    E complimenti anche per le ricette!
    Ciao Meg

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  18. Una dolorosa realtà quella che evidenzi .....

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  19. @Meg: E' sempre una gioia quando le visite vengono ricambiate... quindi grazie di aver replicato passando da me e lasciando una tua traccia. Sono contenta che tu trovi il post interessante... e dici bene, si tratta di cose che troppo spesso si tende a tralasciare, non aiutati da quei tali "personaggi di un certo caibro". Grazie della visita un abbraccio

    @Milen@: Dolorosa davvero :( E la cosa che più mi stupisce è che è una realtà tanto evidente che sembra assurdo quasi che la si ignori, spesso, così tanto.
    Grazie del commento e buona giornata :)

    Giulia

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