"Perché una realtà non ci fu data e non c'è; ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere; e non sarà mai una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile"

(Luigi Pirandello)

venerdì 26 marzo 2010

Tra "Rai per una notte", politica, censura, appartenenza e speranza: un brindisi virtuale accompagnato da una ricetta di Ciambelle Al Marsala. E un premio.

E' ardua aggiornare il 26 marzo e non parlare di "Rai per una notte", uno sciopero bianco per la difesa della libertà di stampa e dell’informazione organizzato al Paladozza di Bologna per denunciare l'opera di censura fatta dal Presidente del Consiglio italiano con la scusa che siamo in campagna elettorale. Certo, per coerenza ha dovuto far star zitti anche programmi che problemi non li creano, come "Porta a Porta"... ma ha messo a tacere! Ha stroncato la circolazione della libera informazione in maniera ancora più evidente di quanto già non stia facendo da tempo... E questo è indecente, a prescindere dai programmi che ha messo a tacere: per me, ad esempio, la messa a tacere di "Porta a porta" non fa che bene all'italiano medio  ; ma è indecente che il cittadino, il popolo come ama acclamare il Presidente del Consiglio, sia messo all'oscuro dei fatti, delle idee, delle opinioni, senza poter svilupare una propria idea, una propria coscienza critica. Certo, chi vuole e chi può cerca le notizie da altre fonti; ma non tutti hanno la voglia, l'allenamento, l'abitudine allo sviluppo di coscienza critica, per farlo. Spesso, e lo dico un po' anche per esperienza vissuta, vince la pigrizia, la voglia di voler credere a quello che il primo che urla più forte dice, soprattutto se urla notizie rassicuranti.
A volte la voglia di non pensare, di non preoccuparsi, di essere stupidi o di fingere di esserlo solleva da una serie di preoccupazioni che chiunque preferirebbe non avere. Rifiutarsi di guardare spesso è molto comodo... a volte se non guardi una cosa, o se ne neghi l'esistenza, finisci davvero per essere convinto che non esista. E il Presidente del Consiglio - ma sì, diamogli anche un nome... Silvio Berlusconi- lo sa bene mi sembra.
Ieri c'ero anch'io a vedere "Rai per una notte", in una situazione ancora più agglutinante perché con i compagni del Caffé Letterario (il gruppo di lettura con cui mi ritrovo ogni giovedì sera) eravamo al maxischermo organizzato a Pisa... cosa che ha contribuito a farmi sentire addosso quel curioso senso di appartenenza che mi ricorda tanto una canzone di Gaber (l'appartenenza non è lo sforzo di un civile stare insieme.... non è il conforto di un normale voler bene... l'appartenenza è avere gli altri dentro di sé) e che forse è propria all'uomo in quanto animale sociale: il sentire di condividere, di avere un'idea o un obiettivo comune, di essere insieme anche se non ci si conosce... Quel senso di appartenenza che mi scorreva nel sangue e nel cuore ieri sera, nel sentirci tutti uniti per la libertà di informazione, non solo noi studenti riuniti in aula Fascetti ma anche tutti gli utenti connessi a guardare "Rai per una notte"... un essere più vicini gli uni agli altri, come se questo potesse cambiare qualcosa, dammi più conforto, forse consolarmi; quel senso di appartenenza che spesso è servito da collante per le dittature, che ha infiammato a San Giovanni i manifestanti del "partito dell'amore" che di amore avevano solo il nome, che rischia di annullare la capacità di critica lucida e di prendere le distanze. 
E' un po' strano notare la sfumatura negativa implicata in quell'inebriante sensazione di condivisione . E' un'amarezza strana, ugualmente esaltante però: quella che si prova quando si vuole - o si è costretti, per forza di cose o di pensiero- andare oltre la reazione immediata, abituale, di fronte a convinzioni o ad assunzioni date sempre per scontato, che le svelano per quello che sono, o che ne mostrano le molteplici sfaccettature e prospettive.
La stessa identica reazione amara l'ho avuta sempre ieri nell'ascoltare il discorso di Monicelli quando parlava della speranza...
La speranza è una trappola: è una brutta parola, non si deve usare. E' una trappola inventata dai padroni. E' di quelli che ti dicono che... Dio... "State buoni, state zitti, pregate, avrete il vostro riscatto, la vostra ricompensa nell'al-di-là, perciò adesso state buoni, ci sarà l'al-di-là". Così dice quello: "State buoni, tornate a casa, sì siete dei precari ma tanto tra 2-3 mesi vi riassumiamo ancora, vi daremo il posto etcetera... sì sì state buoni", vanno a casa e stanno tutti buoni. "Abbiate speranza" Mai avere speranza, la speranza è una trappola, una cosa infame, inventata da chi comanda.
Mi ha fatto pensare questo discorso. Perché è vero. Con la speranza in un dopo migliore - che sia terrestre o celeste - quante persone sono state inchiodate ad un presente di oppressione, di sfruttamento, e hanno rinunciato a lottare? La speranza in una realtà futura migliore, che scusa la disgrazia presente...
Non voglio condannare in toto la sensazione, naturale, spontanea, della speranza... Come tutto - o quasi tutto - anche per lei è una questione di gradi, o di utilizzo.
Essa può essere (e lo è stata e lo è ancora) usata come mezzo subdolo di oppressione e di sfruttamento. 
Ma essa è anche, se non si ferma a contemplare se stessa, un segnale che indica l'insostenibilità della situazione presente e ci spinge a cambiare, a cambiarci, per realizzare una situazione diversa, migliore, buona (o presunta tale). La speranza può essere anche una spinta al cambiamento, alla realizzazione, al miglioramento.
E per accompagnare un brindisi virtuale che vi offro, a voi che mi leggete, animati dalla speranza del miglioramento nelle condizioni poltiche e sociali delle italiane, degli italiani, degli extracomunitari che vivono in Italia, vi porgo queste meravigliose ciambelline al Marsala rubate al Ricettario di Bianca (ma citando e ringraziando Iaia70, l'autore... pardonne-moi, l'autrice  ). Deliziose e aromatiche, ottime per ogni momento della giornata: a colazione, come spuntino, gustate con una bella tazza di té, o per addolcire la fine di un pasto o una giornata particolarmente cupa.
Il Marsala dona a questi biscottini un'aroma tutto suo, tutto particolare... ma sono meravigliosamente e straordinariamente versatili (sapete, ormai, quanto ami la versatilità delle ricette e degli ingredienti ), così se non avete il Marsala potete sbizzarrirvi e usare la vostra più straordinaria creatività: vino bianco secco (la prima volta, prima di comprare il Marsala, ho fatto queste ciambelline col vino bianco... tutto un altro sapore, più delicato, ma ottime ugualmente  ), oppure (improvviso un attimo perchè ho provato solo Marsala e vino bianco), vino rosso, Sambuca, Bayles, altri liquori , forse anche analcolici come succhi di frutta e caffé... Anche se amo particolarmente - più di ogni altra variazione che possa essere suggerita- la versione originale con il Marsala.




Odiare i mascalzoni è cosa nobile, a ben vedere significa onorare gli onesti
Daniele Luttazzi citando Quintiliano: "Rai Per Una Notte", 25 marzo 2010




Ciambelline al Marsala


sabato 13 marzo 2010

Un volo lungo un grido nella speranza di far del buono: 99 colombe per 99 cannelle






Così Augias a Le Storie, "La decisione di chiudere programmi di approfondimento RAI è gravissima, senza precedenti in Europa. E' come se ci fosse paura che questi programmi svelino illusioni spesso spacciate per realtà: il miracolo de L'Aquila. Non è vero, L'Aquila muore."
L'Aquila muore e la ripresa, se di tale si può parlare, è lenta. Ci deve essere, penso ci sarà, ma è lenta. E certo non favorita da quel manipolo di delinquenti che abbiamo al governo, e che si pasce e ci pasce di belle e rassicuranti parole.
Non sono né aquilana né abruzzese, e non so pertanto come stiano effettivamente le cose là, se non per quello che leggo su Internet, quel poco che riesco a capire in televisione.
Il 6 aprile 2009 era il giorno prima dell'esame di Storia del pensiero economico, esame per cui avevo sofferto fisicamente e moralmente. Ed in queste condizioni tormentate mi colse la notizia del sisma abruzzese.
Quasi un anno dopo, le rovine ci sono ancora.
Questo post, e il contest di cui si fa veicolo, vuol dare, per quanto possibile, un suo piccolo, minuscolo, insignificante contributo alla questione abruzzese... come si dice, l'oceano è fatto di tante piccole gocce .
Aderisco e faccio presente il progetto-gioco di Lydia di Tzatziki a colazione e di Artemisia per aiutare, promuovere, incentivare la ripresa della storica azienda dolciaria abruzzese Sorelle Nunzia, fondata nel 1835 e famosa per i suoi teneri torroni natalizi (anzitutto il Torrone Nurzia tenero al cioccolato) ma che produce anche uova di Pasqua, colombe, biscotti. Nella mia somma ignoranza, ammetto che non la conoscevo prima di leggere i post che da giorni fioriscono nei vari blog a proposito di questa iniziativa: ma è anche vero che, non andando matta né per torroni né per colombe pasquali, e non interessandomi eccessivamente delle uova di Pasqua (conservo solo il ricordo infantile delle uova Kinder... ), non mi sono mai informata sulle aziende dolciarie che lo producono. E tra l'altro a quanto mi pare d'aver capito (ma non assicuro che sia esatto...) si tratta di un'azienda nota in Abruzzo ma meno nota nel resto di Italia.
E forse sono scusata  .
L'idea di Lydia e Artemisia ha preso piede sulla base di una lettera inviata da Mara Marinangeli dell'azienda Sorelle Nunzia in cui la donna fa presente la comprensibile difficoltà a riprendere e a risollevare la propria attività in territorio abruzzese, ambendo quindi ad estendersi al di là del territorio aquilano ed abruzzese. La lettera è densa e ricca di contenuti, a tratti commovente, vi invito a leggerla tutta quanta al link che ho riportato.
E sulla base di questa lettera Lydia e Artemisia hanno pensato di indire un contest che coinvolga 99 bloggers - nella speranza che questo "99" non sia che un numero simbolico e che si sfori ben oltre il centinaio di aderente - perchè pubblichino il 6 aprile 2010, un anno dopo il giorno del sisma (e, casualmente, il giorno dopo il lunedì di Pasquetta), una ricetta che utilizzi uno dei prodotti dell'azienda o che si possa ben accompagnare ad uno di essi (non riesco a inquadrare bene una efficace "ricetta di accompagnatura"... per fortuna ho un po' di tempo per pensarci).
Nella speranza - o nell'illusione - che questo contest possa servire a qualcosa, quanto meno a sensibilizzare il più ampio numero di persone circa le condizioni effettive dell'Abruzzo e di chi vi lavora, il 6 aprile 2010 - due giorni dopo il mio ventiquattresimo compleanno - mi unirò a questa catena di bloggers. Vi invito, voi che passate, a pubblicizzare questa iniziativa.
E vi ringrazio di aver avuto la pazienza di leggermi fin qua 

Un abbraccio e un caro fine settimana a tutti



domenica 7 marzo 2010

Ragionando di (o aspirando alla) primavera... due premi e una ricetta che mi sa di primavera (forse la primavera della mia tofu-mania), tofu in padella con verdure

Come sempre, ce ne sarebbero a bizzeffe di cose di cui parlare... di cose importanti, di tragedie presenti, della situazione nazionale e della dittatura che si sta lentamente, progressivamente, quasi inavvertitamente, stabilendo, del cosiddetto "decreto salvaliste" con tutto ciò che significa e che ha comportato. Ci sarebbe una lunga disquisizione da fare sull'8 marzo, che è domani, che è la cosiddetta "festa della donna": che, sebbene fissata sulla base di un fatto vero, e nonostante voglia in teoria ricordare i tanti passi che sono stati fatti sulla via dell'emancipazione, è diventata come tutte una festa consumistica e di consumo, e un'occasione per riflettere sul fatto che ci è sì concessa una "giornata della donna", sì, perchè poi i soprusi, gli sfruttamenti, le discriminazioni, le violenze, continuinino (non come nel 1908, o anche solo come 50 anni fa... ma le discriminazioni ci sono ancora, e anche nella nostra civile, democratica, modernissima, Italia).
Ma oggi voglio fare un post lieto e felice, un post che parla della primavera che forse arriverà, che forse sta arrivando, che come ogni marzo che si rispetti si fa timidamente, svogliatamente, annusare...
 Che tempo strano il tempo di marzo... tutto un gomitolo di sbalzi di temperatura, di cambiamenti d'umore, di passaggi bruschi da pioggia a sole a grandine a vento...
Oggi e ieri c'è stato il sole, un sole vero, durevole, che sa di fredda primavera (perché comunque le temperature sono basse e senza piumino si sta davvero male!  )
Ma la primavera, si sente, sta arrivando. Come tutti gli anni, in un tripudio e in uno stringersi di nostalgia.
Quando si parla di passaggi eternamente ritornanti, com'è il caso delle stagioni, piombo nella malinconia... scusatemi... è che mi fa impressione, ogni volta, constatare come sono di nuovo qua, come un anno è già passato, come tra meno di un mese di anni ne ho 24, per una coincidenza bizzarra esattamente il giorno di Pasqua. Non vi capita mai di fermarvi un attimo e chiedervi "Di già? è già trascorso un anno? e un anno fa cos'ero? cosa sono adesso? cosa sarò?"... a me capita spasmodicamente ogni anno, e quest'anno con ancor più spasmo del solito, perchè adesso è davvero cambiato tutto. Un anno fa stavo ancora dietro agli esami (ne avevo da dare ancora una marea ) e la tesi era una vaga idea nel mio cervello, figurati se pensavo all'averla già scritta e discussa ormai da più di due settimane!

Avevo da prendere ancora tante delusioni, l'altr'anno... o meglio, ancora da prendere la delusione sentimentale più bruciante, per ora, della mia vita. (bruciante a più livelli... sia per come si è mostrato essere lui - cioè un errore madornale del mio esistere - che per come mi sono comportata anch'io in quella situazione che per il modo in cui è finita... )
E avevo ancora da capire tante cose che, ancora, devo dimostrare praticamente di aver capito (perché so, e lo so, di averle capite... ma manca la prova empirica).
Ma pensiamo all'oggi... all'oggi 7 marzo 2010 che ha visto una meravigliosa, fredda, giornata di sole. In cui la primavera si sente davvero nelle narici, mescolata all'odore del salmastro che tanto mi fa amare il vivere sul mare...Quando c'è il sole, bello come oggi, i pensieri negativi scivolano via più in fretta, anche se restano - e certo che restano! - sembrano meno pesanti.
Questo breve post che di riflessione da' ben poco serve più che altro per augurare a tutti quelli che mi leggono, a quelli che mi leggeranno, un'esistenza soleggiata come eterna primavera (quella a cui tanto aspiro, quella che spero arriverà, almeno per un periodo momentaneo della vita) e per ringraziare due amiche (una quasi "di vecchia data" , se mi consente l'espressione , e l'altra nuovissima) dei premi di cui mi hanno ritenuto degna.

Il primo riconoscimento è della carissima Patapata, ed è questo premio che mi ha indotto a propinarvi questa mia riflessioncina mignon sulla primavera: è davvero un riconoscimento dolcissimo e coloratissimo, che mi fa pensare a campi assolati di margherite arancioni (nemmeno sapevo ne esistessero, prima che Patapata mi desse il premio ). Questo è speciale anche per il fatto che sebbene il regolamento preveda che lo si giri a 12 bloggers, Patapata ha voluto - sia per mancanza di tempo che per merito effettivo, come sottolinea lei - riconoscerlo soltanto a me... e questo mi riempie di autentico piacere. Grazie, Patapata, non la finirò mai di ringraziarti per questo bel gesto!


Giro questa fioritura primaverile a quattro colleghe bloggers:
  • l'ormai affezionata (almeno, io le sono affezionata ) Tartina di Pappa e Ciccia: per il suo esserci sempre, per le sue introduzioni scherzose-intelligenti-mai prolisse, per la sua fantasia nel proporre e collegare le ricette... perché è una delle due compagne di blog più affiatate che ho trovato, ed ho subito pensato a lei.
  • Sabrine di Fragole a Merenda:  perché anche se non la commento da un po' (aggiorna troppo rapidamente!), i suoi post sono troppo e ben densi di suggerimenti, di riflessioni, di intelligenza, di saggezza... e da lei imparo sempre qualcosa... 
  • la nuova gradita conoscenza di Ambra de Il GattoGhiotto:  perché per quanto l'abbia scoperta da poco mi sembra una persona interessante, con un blog interessante che propone cose (ricette, persone, ingredienti, riflessioni) interessanti. Il suo è un luogo che continuerò a guardare con interesse
  •  e infine Manu di Manu Usa Le Gambette: perché il suo approccio globale alla realtà si riflette anche nel suo blog, in cui non parla solo di cibo e di ricette ma di un modo diverso e positivo di essere al mondo.

Il secondo premio mi giunge da oltre i confini d'Italia, dalla blogger francese Fimère, che rappresenta la prima blogger con cui cerco di interagire in francese, avendo provato a commentarle nella sua lingua una sua meravigliosa ricetta che devo solamente "vegetarianizzare", ma che è superlativa  (commento che mi è costato immensa fatica, tanto più che non coltivo il francese da 4 anni! ).
La ringrazio di cuore, perché ci conosciamo virtualmente da così tragicamente poco tempo che è per me un onore esser ritenuta già degna di essere premiata.



Questa la dedico affettuosamente a tutti quelli che mi leggeranno e a coloro che vorranno fermarsi a commentare (badate non è una mossa mediatica per ottenere più commenti! Il premio lo riceve anche chi semplicemente si ferma a leggere a guardare)
Ma una particolare menzione, con l'obbligo di non rifiutare, va a:

E adesso la ricetta... perché la ricetta, e questa sì, sempre necesse est. Questa la collego alla primavera... forse per il fatto che, nel suo mescere verdure, propone una mescolanza di colori che rimanda alla vita e al risveglio primaverule dei sensi, o forse perché ha rappresentato la primavera, o ancor meglio l'aurora, del mio amore per il tofu. Prima di scoprire questo modo di arrangiarlo, lo mangiucchiavo raramente e senza troppa convinzione. Poi, anche grazie a mia madre, ho scoperto su Il Ricettario di Bianca questa ricetta di Pessadani: modo di cucinarlo semplice e quasi ovvio, lo so, ma che per me ha rappresentato una vera illuminazione!
 Dopo di questa, ho scoperto tanti e tanti altri modi per imbastardire e dar sapore al tofu... ma questa ha ancora un sapore diverso e speciale. Nella sua semplicità, è favolosamente buona! Il tocco in più a mio dire lo da' la spezia, che deve essere, almeno in questa composizione, lo zenzero.
Benché si possano usare tutte le verdure a portata di mano (io una volta ci ho messo la barbabietola, a volte - come vedrete in foto- ci ho messo le patate), la combinazione ottima è quella che vede l'uso di carote, zucchine e cipolle. Anche se pure la versione che vi ho fotografato, in cui inserivo cinque minuti prima della fine della cottura delle patate lessate per pranzo e avanzate (e che ho così riciclato per cena), non era per nulla malaccio...  


[...] Tempestando ai vetri
non potrà dal mio tavolo distrarmi la Sommossa,
giacché sarò sepolto nel piacere
di fare. Primavera con la mia volontà,
di tirar fuori un solo dal mio cuore,
di intiepidire l'aria col fuoco dei pensieri.
(Charles Baudelaire: "I fiori del male")


Tofu in padella con verdure


  
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