"Perché una realtà non ci fu data e non c'è; ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere; e non sarà mai una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile"

(Luigi Pirandello)

domenica 22 agosto 2010

Ricordi e mèmoire per il mio primo anno: lo strudel e la prima raccolta


Ho programmato questo post ben prima di partire (no, non diciamo scemenze... in realtà parto di casa tra mezz'ora ) per un breve intermezzo di fine agosto che però non posso mancare: oggi (cioé il giorno in cui il post sarà pubblicato) il mio Filosoficamente Sostenibile compie un anno!
 Che strano pensarci... un anno fa cominciavo questa impresa telematica e culinaria, senza sapere a dove mi avrebbe portato, in termini di arricchimento gastronomico, sociale, conoscitivo. L'esperienza del blog è stato uno dei mattoni fondamentali di questo anno: ho conosciuto persone - solo in forma virtuale, sì, ma in grado di riempire comunque la mia esistenza di insegnamenti, di piaceri, di un parlare e di un interagire sulla base dei comuni interessi-, ho conosciuto nuove tecniche di cucinare e nuovi ingredienti... e spero di aver un po' arricchito anch'io, nel mio piccolo, il mondo dei foodbloggers.
Quando leggerete questo post- che cosa bizzarra, non trovate? sto scrivendo il 4 giugno ma parlo di "oggi" come del 22 di agosto... che convenzione bizzarra e relativa che è il tempo (glisso l'ampia riflessione che sarebbe il caso ci fosse perché mi manca il tempo, appunto, per farla, ho un treno tra un'ora e la partenza di casa tra mezz'ora )- farà caldo e starete stremati tra mare, forse vacanze, costumi e il pensiero che in ogni caso l'estate volge al termine. E io sarò in Turchia, ormai pienamente dentro al resort e alla sua vita, ormai pienamente animatrice (con quello che di buono e di brutto comporta). E forse non avrò tempo di accedere al blog, o forse nemmeno le possibilità tecniche.
Ma voglio salutarlo questo primo anno di vita di Filosoficamente Sostenibile, anche se da lontano, con l'inaugurazione della mia prima raccolta... mi è venuta alla mente ieri (ieri 3 giugno ): facevo due passi sul lungomare, sotto un filare dolce di alberi, e un odore di dolce al forno, di mele, di uvette, in breve l'odore dello strudel, mi ha incredibilmente solleticato le narici. E un cumulo di ricordi mi ha invaso: non so perché, ma mi ha richiamato alla mente le dolci primavere ed estati dell'infanzia, i ricordi del campeggio dei parenti di mia madre da cui passavo dei periodi in estate da piccola... e Proust. Che c'entra Proust, dite voi. 
C'entra con la sua mèmoire involontaire che, secondo Wikipedia (non ho tempo per citare fonti più colte), è "quella [memoria] sollecitata da una casuale sensazione e che ci rituffa nel passato con un procedimento alogico, che permette di 'sentire' con contemporaneità quel passato, di rivederlo nel suo clima.". 
La mia raccolta, Madeleines mon Amour, vuole assemblare quelle ricette che hanno per voi un forte valore memoriale, di ricordo, e di cui solo l'odore (oltre alla vista, al tatto, al sapore), porta alla memoria e solleva da chissà quale limbro del cervello ricordi passati: che siano d'infanzia, di maturità, di adolescenza...

Poche semplici regole: 
  1. Si può partecipare con più di una ricetta, purché sollevino tutte una simile intensità emotiva, anche se ovviamente non lo stesso ricordo.
  2. Non si vince niente per questa raccolta se non la gloria eterna (e ti par poco? ) e la pubblicazione della ricetta in un grande pdf finale.
  3. Per partecipare alla raccolta basta linkare la vostra ricetta nei commenti qua sotto
  4. Inserite il logo con il link a questa pagina e la segnalazione della raccolta nel post della ricetta (e se volete anche sulle testate del vostro blog)
  5. Valgono sia ricette ad hoc che ricette già pubblicate
  6. Può partecipare anche chi non ha un blog, inviando una mail a giulia.danslenoir@rocketmail.com con l'oggetto: "Madeleines mon amour"
  7. La scadenza va al 4 aprile 2011, in occasione del mio venticinquesimo compleanno.

Questo il LOGO:


A tutti una meravigliosa fine agosto e un dolce immergersi nei ricordi!





Ricette partecipanti:


[...] Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio  palato, trasalii, attento al fenomeno straordinario che si svolgeva in me. Un delizioso piacere m’aveva invaso, isolato, senza nozione di causa. E subito, m’aveva reso indifferenti le vicessitudini, inoffensivi i rovesci, illusoria la brevità della vita…non mi sentivo più mediocre, contingente, mortale. Da dove m’era potuta venire quella gioia violenta? Sentivo che era connessa col gusto del tè e della maddalena. Ma lo superava infinitamente, non doveva essere della stessa natura. Da dove veniva ? Che senso aveva? Dove fermarla?
 Marcel Proust: "Alla ricerca del tempo perduto"



Il mio strudel della mèmoire 



mercoledì 18 agosto 2010

Un intervento triste per un non lieto evento... e un plumcake con farina di riso e pesche per consolarsi un po'

Forse non ci speravate più, forse nemmeno ci pensavate, forse mi avete dimenticata… ma alla fine le ho trovate le forze e le energie per aggiornare il blog nei ritagli (pochi) di tempo libero durante la giornata di lavoro a Bodrum. Purtroppo, e ripeto purtroppo, non è un motivo lieto quello che mi spinge a scrivere, e quello che sarà il filo conduttore del mio ricordo. Non posso, anche se vorrei, parlare di quello che mi capita qui, del significato che quest'esperienza ha per me, per quanto nonostante tutto, nonostante le inevitabili giornate negative, i cali di umore, le noie e i fastidi quotidiani, non possa che essere felice di essere qui. Ne parlerò magari dopo, magari al mio ritorno, magari in quei quindici giorni di latenza tra il 15 e il 30 settembre in cui probabilmente sarò meno oberata di lavoro. La molla che mi porta a scrivere è un evento tutt'altro che felice: mercoledì scorso è morta Carlotta, la mia cagnolona bianca, che avevo lasciato in buona e buonissima salute e che fino a lunedì 10 agosto sapevo essere ancora in buonissima salute. Martedì mia madre mi ha informato che il giorno stesso avrebbero portato Carlotta dal veterinario... il mio primo pensiero è stato che fosse per un controllo di routine, un richiamo per un vaccino, un problema di dissenteria. Qualsiasi cosa, qualsiasi, che fosse però risolvibile e non grave.
Il giorno dopo mia madre mi ha detto che Carlotta era grave. Che da qualche giorno già non mangiava e vomitava, e che il veterinario le aveva individuato una disfunzione ai reni... non ho capito se c'entrava anche in minima parte la Leishmaniosi o se è stata un'ipotesi valutata a poi scartata. Ma non mi importa in realtà cosa realmente fosse, non è importante quale ipotesi sia stata quella giusta... non ora comunque, perché Carlotta è morta. O per usare un vile eufemismo, se n'è andata, senza che avessi il tempo di accorgermene, senza che potessi essere là per salutarla... ... ...
Che avrebbe cambiato?, direte voi. Lei sarebbe morta comunque. Magari nemmeno si ricordava di me. Probabilmente non ha tenuto in mente tutte le volte che le ho urlato contro, tutte le volte che l'ho accusata di essere uno "stupido cane", tutte le volte che sinceramente non potevo soffrirla; per quanto sostenga l'intelligenza animale, la capacità dei non umani di affezionarsi, emozionarsi, ricordare, un cane non ha la memoria né la stessa capacità riflessiva di un essere umano. Quindi i miei rimorsi, il mio ripensare a tutto quello che potevo fare per trasmetterle il mio amore, sono mal posti e inutili.
Tuttavia è straziante pensare che a ottobre tornerò a casa e non ci sarà lei a festeggiarmi con un coro di abbai e ululati. Ululati fastidiosi, insistenti, insopportabili... ma pur sempre suoi, pur sempre di lei vivente.
E' impressionante come un animale di una specie diversa dalla nostra sia riuscito a diventare così profondamente parte della famiglia, del gruppo, del branco. Sento la sua perdita come quella di un familiare, o di un amico, o di un parente, e non me ne stupisco, perché mi sembra normale soffrire per qualcuno con cui si sono condivisi tanti anni.
Carlotta ha vissuto dal 2000 al 2010... è arrivata, piccola e col testone, che avevo 14 anni e se n'è andata nell'estate dei miei 24 anni. Mi ha vista crescere, da adolescente acerba farmi ragazza e poi donna, ha visto il concludersi del mio percorso scolastico, mi ha conosciuta in uno dei periodi di sviluppo più importanti. Pensare che non mi accompagnerà anche oltre, che non mi vedrà donna in carriera 
(o comunque donna autonoma che si mantiene), mi sembra irreale e fantascientifico. Sarà un trauma tornare a casa, e lo sarà anche e soprattutto per questo.
Questo post vuole essere un inno di addio a Carlotta, il mio cane bianco viziato, infantile e fastidioso, a volte prepotente ma a volte tremendamente tenero. 
A lei che mi ha vista sbocciare, a lei che era sempre lì ad abbaiare con la sua vocetta acuta, che voleva essere sempre in primo piano, sempre in vista; a lei che era stata allevata da due nostre gatte ma che non riusciva a non essere gelosa dei gatti e del fatto che loro potessero dormire sul divano e lei no; a lei che quando i miei andavano in vacanza simulava lo sciopero della fame per poi rubare di nascosto (o anche palesemente) il cibo dalla ciotola dei gatti; alle sue abbaiate interminabili che facevano sì che nessuno nel quartiere si sentisse mai solo, ai suoi occhi marroni da ragazzina, al suo folto pelame bianco di cui lasciava tracce sul pavimento 12 mesi l'anno... sarà strano non doverlo più spazzare o pulire con l'aspirapolvere.
Come non credo in una vita dopo la morte per gli umani, non posso credere nemmeno in un al di là per i non umani: ma scolpito nei nostri cuori e nella nostra mente è il suo ricordo, oltre che il pensiero dolce che si reinserirà, sepolta sotto terra, nel ciclo della vita, nella catena alimentare della macchia mediterranea (sembra strano forse... ma il pensiero del ciclo della vita che sempre ritorna vivente anche se in forme diverse è per me immensamente dolce e consolante). Non è possibile consolare della morte altrui se non chi resta vivo e ha bisogno di sperare e consolarsi. 
E in questa forma do un ultimo, sofferto, saluto, a Carlotta, che sarà sempre per me la mia cucciola bianca dagli occhi marroni e dolci.
Addio Carlotta mia. E grazie di tutto .























































Dimmi, o luna: a che vale
Al pastor la sua vita,
La vostra vita a voi? dimmi: ove tende
Questo vagar mio breve,
Il tuo corso immortale?
Giacomo Leopardi: "I Canti"




Anche se forse sembra inopportuno, anche se forse in un contesto sbagliato, vi lascio e devo lasciarvi comunque con una ricettina, che addolcisca anche se di poco (perché la tristezza è troppo amara) il mio addio. So che in Italia il clima non è molto estivo... ma è comunque, credo, ancora periodo di pesche e il plumcake che voglio proporvi ci casca a pennello. Se potessi accedere alle cucine ne preparerei per distrarmi un po' da questo peso che sento nel petto e per gioire un attimo della sua dolcezza. E' una ricetta che ho ideato la scorsa estate e che pubblico solo ora essendo giunta nuovamente la stagione giusta: ispirata al Plumcake con farina di riso e ciliegie di Anicestellato, è diventata in realtà tutta un'altra cosa, come spesso accade per molte delizie nate dalla mancanza di ingredienti e dalla necessità di sostituirli data l'incredibile e inarrestabile voglia di cucinare: essendomi venute a mancare parte della farina di riso (a cui ho aggiunto fecola di patate e maizena che hanno contribuito a dare al dolce una sofficiosità tremendamente libidinosa, a volte persino eccessiva) e le ciliegie, che ho sostituito con le pesche, sempre abbondanti nella stagione estiva.
Sperando di far cosa gradita, inserisco la ricetta in allegato... perché smorzi, senza far dimenticare, la tragicità della notizia principale.



Plumcake soffice alle tre farine con pesche

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