"Perché una realtà non ci fu data e non c'è; ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere; e non sarà mai una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile"

(Luigi Pirandello)

sabato 30 aprile 2011

Ancora opzioni di latitanza... e una patriottica parentesi per il contest di Alex con i miei gnocchi verdi del riciclo del pane secco su letto di barbabietole rosse

Latito latito... e come me latita anche la mia popolarità sul web. In realtà mi spiace davvero di latitare, con il corpo e con la mente, da Filosoficamente Sostenibile. Mi spiace davvero, perché ha rappresentato, e ancora rappresenta, la mia nicchia ecologica, il mio spazio, il mio angolo di riflessione in cui svelare un po' di più quello che si annida nei reconditi oscuri della mia mente. Ma questo è un periodo un po' così, in cui tante cose sono cambiate, stanno cambiando, sono iniziate e stanno iniziando: il master e lo stage, che mi occupano nel complesso tutta quanta la settimana e mi ingombrano la mente in maniera imponente. E' un periodo in realtà in cui cucino tanto, in cui sperimento tante nuove modalità di dolci, di pane (sto diventando una maître in pasta madre ), di pani dolci e di paste (ho fatto le mie prime tagliatelle fatte in casa), di tofu, di seitan; ho scoperto da quando sono andata via un sacco di nuovi, anche se per voi probabilmente banali, ingredienti, come il cavolo verza, il radicchio, la tahina, la provola; ne avrei di cose da condividere, vorrei così tanto condividerle in misura maggiore.
Ma spesso l'energia mi abbandona . La vita è così strana, in questo periodo sto scoprendo e mi sto scoprendo in vesti diverse da quelle che credevo, o sto affrontando la me stessa che ero un tempo e che adesso non voglio più essere, comunque non nella misura in cui lo sono stata per anni. L'amore per la cucina resta, il desiderio di empatizzarlo con voi anche, la mia smania riflessiva lo stesso... ma il tempo che riesco a dedicare al blog è, adesso, minimo o quasi nullo.
Questo post mi serve ad annunciarvi formalmente (anche se praticamente ritengo lo abbiate già assodato da più tempo di me) che in questo periodo i miei aggiornamenti al blog saranno radi, rari, più del solito addirittura... potrei saltare mesi e tornare inspiegabilmente e insperatamente a giugno-luglio, come forse potrei aggiornare la settimana prossima (non pongo infatti limiti alla laica provvidenza ). Voglio scrivervi questo per dirvi che se non mi leggerete per un po', sappiate che sono ancora viva, che continuo a cucinare, che Vi penso e penso costantemente a Filosoficamente Sostenibile, sperando che continui ad essere sostenuto con le vostre visite... ma che potrei essere momentaneamente incapace di aggiornare nel mio (tardo, ma sempre gradito) tentativo di capire ed essere davvero me stessa .
Ne approfitto per pubblicare all'istante una ricetta, improvvisata in una tarda mattinata in cui avevo da riflettere su come utilizzare un tozzo di pane secco che avevo estirpato al mio ragazzo per evitare che lo gettasse (pover'uomo... sta capendo solo ultimamente l'indecenza dello spreco di materiali preziosi come il pane e le potenzialità che anche gli avanzi possono offrire ). Da tempo riflettevo sull'opportunità di ideare una ricetta tricolore per il contest di Alex de La cuoca a tempo perso, Una ricetta lunga 150 anni, in cui voglio inserire la ricetta che ho elaborato:


Ho guardato il pane secco che giaceva in una ciotolina, ho idealmente lanciato un'occhiata al mazzo di spinaci che giaceva in frigo e alla barbabietola precotta anch'essa giacente in frigorifero. E ho avuto l'illuminazione .
Certo, a volerci riflettere un po' più attentamente, cosa c'è da festeggiare per questi 150 anni? L'Italia. L'Italia unita che non è sentita davvero, l'Italia che continua a essere spezzata troncata divisa, l'Italia particolarista, l'Italia in cui la questione meridionale non si è davvero ancora risolta, l'Italia che è stata la più grande illusione della mia infanzia... quando per me il Risorgimento era la più grande sommossa popolare della storia dell'umanità, sentito e voluto da tutti e ostacolato solo da quei cattivoni austriaci e della Città del Vaticano, quando l'unità di Italia per me era una certezza comunemente percepita e sentita da tutti. Che delusione a volte che fa crescere e scoprire la verità! Che malinconia di quei tempi, a volte, quando penso alla nazione Italia che esiste geograficamente su carta, esiste giuridicamente e (ahimé) politicamente, ma che non esiste davvero nella testa, nel cuore, nella pelle degli italiani. Non amo il nazionalismo eccessivo, fastidioso, dannoso, pericoloso, adoro la tendenza cosmopolita del sentirsi ovunque un po' a casa e mi piacciono le particolarità regionali, locali, particolarissime. Non è questo che contesto.
Ma mi rendo conto che, effettivamente, il Risorgimento non è mai davvero riuscito... quanto meno non a livello psicologico.



[...] Viva l'Italia, presa a tradimento,

l'Italia assassinata dai giornali e dal cemento,

l'Italia con gli occhi asciutti nella notte scura,

viva l'Italia, l'Italia che non ha paura.

Viva l'Italia, l'Italia che è in mezzo al mare,

l'Italia dimenticata e l'Italia da dimenticare,

l'Italia metà giardino e metà galera,
viva l'Italia, l'Italia tutta intera.
Viva l'Italia, l'Italia che lavora,
l'Italia che si dispera, l'Italia che si innamora, 

l'Italia metà dovere e metà fortuna [...]

(Francesco de Gregori: "Viva l'Italia")*



*so che la citazione nega il mio pessimismo finale sul mancato Risorgimento psicologico... ma non sono riuscita a non pensare a questa, a non serbare nel mio intimo, in maniera magari utopica, ancora un po' di speranza 




Gnocchi verdi di pane e spinaci su letto di barbabietola con gocce di pecorino

.







Ingredienti (per una porzione)

  • 50 g di pane secco
  • un mazzo di spinaci freschi
  • mezza barbabietola (da cuocere o precotta... io la uso precotta)
  • farina q.b. per gli gnocchi
  • vino rosso q.b.
  • pecorino q.b. da grattugiare
  • acqua q.b.
  • olio
  • sale
Procedimento: Ammollare il pane secco in un po' d'acqua per un'oretta o due. Nel frattempo fate scaldare un po' d'olio in padella; se vi piace fateci rosolare uno spicchio d'aglio o arricchitelo con erbe o spezie. Quando l'olio è abbastanza caldo (e, in caso, l'aglio rosolato ), mettete in padella gli spinaci lavati e spezzettati e lasciateli insaporire: salate, coprite con un po' d'acqua e lasciar cuocere finché non sono morbidi e, appunto, cotti. Frullateli fino ad ottenere una cremina il più possibile densa; se è necessario, usate un po' dell'acqua di cottura. Teneteli da parte in attesa che giunga il loro momento di utilizzo e andate a dare una rapida occhiatina al pane . Se quest'ultimo si è adeguatamente ammorbidito scolatelo e riducetelo in pappetta: se può agevolarvi usate un frullatore a immersione. Mescolate la pappetta di pane con la crema di spinaci e aggiungete farina fino a quando non otterrete un impasto lavorabile: a me non ne è stata necessaria molta, e in ogni caso il colore non verrà ovattato per la capacità "inverdente" dello spinacio .
A questo punto formate gli gnocchi: prendete parte del composto verde di pane, farina e spinaci e allungatelo fino a dargli la forma di un cilindro, da cui taglierete dei tocchetti cui darete, con il pollice o con i rebbi della forchetta, la forma del cilindro. Mano a mano che formate gli gnocchi, infarinateli così da tenerli ben distinti gli uni dagli altri.
Quando gli gnocchi sono pronti mettete a bollire l'acqua dove li cuocerete e, nel frattempo, preparate il letto di barbabietola: se è necessario cuocetela e, una volta cotta, frullatela fino a ridurla in crema; se, come me, fate utilizzo delle barbabietole precotte, frullatela immediatamente saltando la fase cottura. Scaldate la purea di barbabietole in una padella con un po' d'olio e insaporitela con un po' di vino rosso lasciandolo sfumare.
L'acqua per gli gnocchi a questo punto sarà sufficientemente bollente: cuocetevi gli gnocchi, inserendoli nell'acqua calda suddivisi in piccole porzioni. Sono pronti non appena salgono a galla.
Una volta che gli gnocchi sono tutti cotti preparate il piatto: trasferite la crema rossa di barbabietole sul fondo del piatto o della scodella, adagiatevi sopra gli gnocchi cotti e sopra di questi, infine, grattugiate usando il foro grande della grattugia una buona dose di pecorino (o, se preferite, di parmigiano).
A questo punto è pronto... non vi resta che gustare questa appropriata, oltreché tricolore, maniera di riciclo del pane secco .



Con questa uscita patriottica Vi porgo i miei saluti i migliori auguri di una splendida serata e di un dolce fine settimana... sperando di poter davvero aggiornare più frequentemente di quanto sono andata così malinconicamente pronosticando .
Un abbraccio



Giulia

9 commenti:

  1. ciaooo.. con poco di ritardo rispondi .. ,a vedo che ti sei data da fare !!!

    Grazie di partecipare al contest.. e in bocca al lupo !!!!

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  2. Ci ho messo 36 ore perche' non andava il blog.. ma alla fine sei aggiunta .
    In bocca al lupo..
    Alessandra e grazie per partecipare !!! :0)

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  3. complimenti per la ricetta e per le tue parole, volevo invitarti al mio nuovo blog:
    http://orodorienthe.blogspot.com/
    ciao

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  4. Ciao cara, ho un premio per te. Baci, buona settimana

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  5. No no è una popolarità che merita di essere incrementata......

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  6. Hei come va? Passavo per lasciare un saluto. A presto :)

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  7. Giulia, tutto bene? sei sparita... ogni tanto vengo a vedere se hai pubblicato qualcosa, ma ancora niente... facci sapere!
    ciao ciao

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