Pluralia maiestatis a parte, questa introduzione (contenuta in gran parte nel titolo), è niente più che un pretesto per ricordare - e ricordarsi - che alcune giornate sono intrise di significato. Ovviamente non lo sono tutte, né tutte hanno una data, né tutte possono essere ricordate con esattezza.
Ci sono giorni che hanno un significato solo per il fatto di essere là, per il sole, per l'odore del vento, per la serenità che emanano e che si trasmette al cuore.
Ci sono giorni tristi, di cui si ricorda solo la la cappa nera che si sentiva attorno, addosso... quei giorni il cui loro significato risiede nel loro non avere significato.
E poi ci sono quei giorni segnalati dalle date. Quelli che è possibile segnarsi sul calendario, per ricordarli. Che hanno significato per una certa porzione di mondo (si pensi al Natale, che ha un forte significato per quella porzione di mondo che professa la religione cattolica), per una nazione, per una città, per una famiglia, per una persona singola...
... da notare inoltre il restringimento di campo e di ampiezza di considerazione, che dal quasi-universale (il quasi mondo) porta all'assolutamente individuale (la persona singola, anche su questo su potrebbe aprire un'ulteriore parentesi su quanto e se sia possibile predicare l'assoluta individualità di una persona, la quale si forma in ciò che è anche - e forse soprattutto- attraverso il rapporto che ha con gli altri)...
Forse dico cose banali. Ma questa considerazione è nata nella mia testa pensando ad oggi, 19 febbraio, e a quello che significa per me, alla duplice importanza che riveste per la mia esistenza.
In questa data infatti vengono a collimare due eventi ampiamente significativi, anche se assolutamente non confrontabili: il 19 febbraio di ormai tanti anni fa (più di 20, per essere precisi) è nata mia sorella, e quindi oggi è il compleanno di mia sorella, e il primo pensiero che ho riguardo alla data odierna; ma il 19 febbraio di due anni fa ho anche conseguito il titolo di laurea specialistica, chiudendo la mia vita di studentessa ed entrando a pieno titolo nel mondo vero, con tutte le preoccupazioni che questo comporta.
E oggi più che altri giorni sono portata a fare un bilancio complessivo.
Perché due anni sono tanti ed in due anni qualcosa deve cambiare. E in un certo senso, per fortuna, qualcosa è cambiato.
C'è stata l'esperienza della Turchia che, bene o male, mi ha permesso di guardare il mondo da una prospettiva più ampia.
C'è stata l'esperienza, anch'essa forte, di andarmene di casa a condividere un appartamento con altre ragazze... pur non avendo ancora raggiunto l'autonomia economica...
C'è stata l'esperienza del Master che, pur proiettandomi ancora nel mondo studentesco, ne era in realtà estraneo.
C'è stata l'esperienza del seminario formativo all'Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana.
C'è stato il bisogno di venire a capo, sempre e comunque, delle esigenze della vita, e di doverle affrontare praticamente da sola, o comunque non più supportata - o in ogni caso supportata meno di prima - dai miei genitori.
C'è stata la costruzione - non facile - di un rapporto bello con il mio ragazzo, che forse è una delle più belle conquiste dell'ultimo anno.
E' vero, non ho ancora un lavoro vero, e nemmeno uno falso ad essere sinceri - se si fa eccezione per le promozioni per cui ogni tanto sono contattata.
Ma dei cambiamenti ci sono stati, è indubbio... anche, spero, un po' nel mio modo di essere di pormi, di fronte agli altri e al mondo. A volte non c'è altro da fare che cambiare, anche solo per sopravvivere.
E ho scelto di omaggiare questo anniversario e questa duplice celebrazione (il compleanno di mia sorella e la laurea specialistica) con una crostata speciale, scoperta da poco e subito approntata... e finita in un batter d'occhio (ma la responsabile di questo, credetemi, non sono stata io ).
Avevo della cioccolata e una pera da usare. E nella migliore delle tradizioni ho pensato di farci un dolce. Anzi, una crostata.
Un po' banale, forse, ma ci è piaciuta tanto questa banalità!
Quando diciamo cose tipo 'Le persone non cambiano', facciamo impazzire gli scienziati. Perché il cambiamento è letteralmente l'unica costante di tutta la scienza, L'energia, la materia, cambiano continuamente, si trasformano, si fondono, crescono, muoiono. E il fatto che le persone cerchino di non cambiare è innaturale, il modo in cui ci aggrappiamo alle cose come erano invece di lasciarle essere ciò che sono, il modo in cui ci aggrappiamo ai vecchi ricordi invece di farcene dei nuovi, il modo in cui insistiamo a credere, malgrado tutte le indicazioni scientifiche, che nella vita tutto sia per sempre. Il cambiamento è costante. Come viviamo il cambiamento, questo dipende da noi. Possiamo sentirlo come una morte o possiamo sentirlo come una seconda occasione di vita.
(Grey's Anatomy, settima stagione)
Crostata "sbriciolosa" di pere e cioccolato
La fonte è il blog di Mima Senza Sale in Zucca... anche se il risultato, come può emergere da un rapido confronto, è nettamente diverso. Ho cambiato un po' le dosi e le proporzioni della frolla e della crema... ma non per una scelta consapevole.
All'inizio infatti volevo dimezzare le dosi, ma nella preparazione della frolla ho finito per preparare la dose intera, con meno uova, meno burro e meno lievito. Per la crema ho dovuto semplicemente affidarmi a ciò che avevo in dispensa, che non corrispondeva a quanto richiesto da Mima.