"Perché una realtà non ci fu data e non c'è; ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere; e non sarà mai una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile"

(Luigi Pirandello)

martedì 8 marzo 2011

Riflessioni sparse e sincretiche sull'essere femminino (in coerenza con la giornata stessa) e sulla duplice valenza dell'epiteto "maiale" (sempre coerente, a ben guardare, con la giornata di oggi): la sua (del maiale) declinazione vegetariana in una triplice proposizione di seitan

L'8 marzo non è una festa, ma una triste ricorrenza: l'8 marzo 1908, a New York, fu appiccato un incendio in una fabbrica dove delle operaie (129 operaie, per essere precisi), stavano manifestando contro le atroci condizioni in cui erano costrette a lavorare. A seguito di questo evento tragico, appunto, l'8 Marzo è stato eletto Giornata Internazionale a favore della donna.*


*spulciando Internet alla ricerca di notizie approfondite al riguardo ho scoperto che questa storia è in realtà un falso . Ci fu un incendio il 25 marzo del 1911 in cui morirono 146 persone, di cui la quasi totalità donne, questo è vero. Ma non è in questo episodio che si spiega l'origine della "festa della donna", evidentemente: per approfondimenti guardate qua, qua e qua. Io lascio il mio riferimento all'8 marzo come incipit perchè lo gradisco stilisticamente .


E' improprio parlare di festa. Ed è improprio pensare che ci sia qualcosa da festeggiare. In realtà mi sembra che, di fatto, le condizioni effettive siano di poco cambiate: non voglio ora che si pensi che non abbia consapevolezza delle conquiste - e tante - che ci sono state nel secolo passato e che ci hanno dato, oltre al diritto di voto e alla parità formale (sancita dalla stessa Costituzione), una consapevolezza dei nostri diritti, esigenze e possibilità che era estranea probabilmente alla maggior parte delle donne del 1902. 
Ma adesso, sotto la copertura che resta solo formale e che sancisce la "parità", le discriminazioni continuano (sul lavoro, nelle retribuzioni, nell'ambito delle promozioni etc). E le violenze pure. 
Costituzionalmente più debole del maschio, la donna è da sempre oggetto di violenza. Violenza fisica, che si esercita con le mani (o con qualche, qualsiasi altro, oggetto contundente); ma anche violenza psicologica, più infida e sottile, che penetra dentro quasi senza che ce accorgiamo e che forse è peggiore di quella fisica perché meno tangibile, meno "colpevolizzabile" (appunto perché non lascia segni visibili anche agli altri) ed ugualmente (se non più) dannosa. Penso che spesso i due tipi di violenza si associno in un cockatil micidiale, nei casi ad esempio di violenza domestica (ne approfitto per constatare con un po' di sconforto che la maggior parte delle violenze avviene in ambito domestica ed è per questo più a lungo taciuta )... 
L'uomo (inteso, badate bene!, come "essere umano") ha la naturale - spontanea - tendenza a infierire contro i più deboli, contro i più vulnerabili: che siano donne (nel caso dell'uomo-maschio), bambini, non umani, poveri e/o disoccupati (più deboli perché più facilmente ricattabili)... Ho messo "donne" in cima alla lista perché di questo sto parlando, della violenza che si perpetua verso la donna in quanto essere umano femmina: più fisicamente debole, ma più debole anche a livello "pubblico", in una società ancora fortemente improntata al maschilismo, dove ai vertici (anzitutto politici) ci sono quasi solo, e quasi sempre, degli esseri umani maschi. Dove per fare carriera è necessario lavorare e faticare il doppio, o scendere a compromessi a sacrificio di quella mi piace chiamare "dignità" e "rispetto di sé".
La colpa forse è anche nostra (di noi donne... oggi parlo "per genere" che a partire dal più basilare livello della vita privata permettiamo che queste violenze, queste prepotenze, queste prevaricazioni, continuino a perpetuarsi. A volte lo facciamo senza nemmeno rendercene conto. A volte opporsi ad una solita abitudine fa fatica, fa paura, perché significa mostrarsi come non si è mai stati, stupendo tutti quelli che già ci conoscono, e prima di tutti noi stesse. A volte viviamo ingabbiate in pregiudizi, in clichés sociali che non ci fanno mettere in discussione lo status quo. A volte sembra più facile continuare sulla solita, deludente, strada.
Ma dall'altra parte ci sono anche loro: gli uomini, i maschi. Consentitemi questa netta distinzione oggi, mi sembra in linea col discorso che sto facendo... ma lo so, lo so perfettamente, che siamo anzitutto persone, esseri umani animali senzienti con pensieri, desideri, passioni, aspirazioni, progetti, intelligenze, delusioni, paure, debolezze. Gli uomini, la cui diversità biologica (che risiede poi tutta in una coppia di geni) si somma con una diversità assunta a livello culturale e che hanno fatto della loro forza fisica il perno della loro forza sic et simpliciter e della loro superiorità; che vengono, come noi veniamo, da un passato maschilista (per forza o per amore, o meglio per l'impostazione implicita della società prima ancora che per scelta) e che spesso faticano a liberarsi da antichi schemi ereditati e che agiscono a livello pre-razionale, forse addirittura pre-emotivo... così come agiscono in noi. Ma quelli che questi schemi li portano a livello conscio, emotivo-intellettuale, e che agiscono coerentemente alla loro presunta superiorità, senza chiedere permesso, questi li chiamiamo "porci"... quelli che picchiano, seviziano, discriminano, sfruttano, violentano. Questi sono i "porci".
Chiamare "porco" uno di questi, una persona che si approfitta delle debolezze (debolezza di genere, di denaro, di possibilità) è un'offesa reale non tanto alla categoria di uomo (essere umano maschio) in questione ma al mammifero non umano menzionato, cioé il porco, cioé il maiale. Il maiale (Sus scrofa domesticus) è un animale intelligente, curioso, che apprende e impara; è più intelligente di un cane e molto sveglio e perspicace. Per una qualche stramba traslazione metaforica , il senso comune definisce "maiale" o "porco" una persona schifosa, lercia, sudicia, sia fuori che dentro (stiamo parlando in questo post dei "maiali interiori" ). Forse è proprio per il fatto che vediamo spesso il maiale sporco, coperto di fango, inzaccherato, e l'associamo allo "sporco" e per traslazione alla persone sporca a livello sia esteriore che interiore. Il maiale in realtà si rotola nel fango, e lo fa, per igiene: sì, esatto, per proteggersi da insetti e parassiti della pelle; inoltre il maiale di allevamento NON PUO', perchè non può, scegliere dove e come stare, dato che è tenuto in box sporchi e non può che essere sporco. Ma il maiale non è sporco, o comunque non ama lo sporco.
C'è quindi un'inesattezza etologica nell'attribuzione di porco agli esseri umani sporchi dentro e fuori... mi viene da pensare, con un mese di ritardo, al "porco" citato da Norma, cioé il Presidente del Consiglio Italiano. Il suo esser "porco", cioé sporco internamente, mi sembra risulti evidente, sia risultato evidente in ogni passo che ha mosso ultimamente: le cose che fa, la sua evidente considerazione dell'essere femminile (considerazione "bassa", in ogni caso e in ogni senso che possa venirvi in mente), le cose che dice e il modo in cui le nega.
Per questo anche in data 8 marzo, e forse ancora di più, mi viene da pensare: "Liberiamoci del maiale", del nostro esimio maiale B. per permettere, forse, un'Italia migliore. Ma anche, gastronomicamente parlando, del maiale come pietanza, per proporre quello che surrettiziamente viene chiamato "surrogato della carne" e che in effetti tale può essere considerato, in quanto estratto proteico dal frumento. 
Parlo del seitan.
Non mi piace parlarne come "surrogato", perché fa pensare alla carne come alimento irrinunciabile che va assolutamente e irrimediabilmente sostituito: preferisco parlarne come di "apportatore di proteine", anche se è vero che il seitan si presta bene ad essere proposto in ricette che in origine prevedono la carne. Ormai mi è d'uso, quando trovo una ricetta che mi piace e che prevede l'uso della carne, sostituirci il seitan. Il sapore è chiaramente diverso, ma ritengo non abbia niente da invidiare all'originale "carneo".
Oggi in realtà vi propongo non una ma TRE ricette: il trittico è dovuto al fatto che, fotogenicamente, sembrano la stessa cosa e possono essere scambiati per la stessa preparazione... but don't judge a book by its cover, ché il sapore, gli ingredienti, il procedimento sono diversissimi, ne godrete anche solo nel leggere la ricetta.
Prima di passare alla sezione culinaria, pubblico con piacere il premio riconosciutomi da Francesco della Cucina Vegetariana per salutare questa primavera che, presto o tardi, arriverà... perché il sole qui oggi c'è ma accompagnato ad una temperatura polare. Era molto che non ricevevo un premio e quello di Francesco, che è una delle mie prime conoscenze nella rete dei foodbloggers, mi ha riempito di piacere. Ho in realtà da pubblicare ancora il premio Stilish Blogger Award di Zori - che ringrazio con uguale calore e riconoscenza - ma per oggi il post è abbastanza affollato... lo rimando al prossimo aggiornamento.
Grazie Francesco e Zori per i riconoscimenti che mi avete dato... è anche questo che rende l'impegno del blogger così dolce (oltre al piacere di condividere con altri le proprie esperienze e pensieri)




Le regole del premio sono le seguenti:

  1. Scrivere un post per il premio (fatto)
  2. Ringraziare nel post chi ci ha premiati (fatto)
  3. Passare il premio a 12 altri bloggers (lo faccio a seguire)
  4. Dirlo ai premiati (lo faccio una volta pubblicato questo tomo di post)
I miei premiati sono:
Ambendo ad una primavera che sia stagionale ma anche morale, politica e sociale, vi lascio al trittico di seitan e vi auguro una buona serata .




Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese 


(Costituzione della Repubblica Italiana: articolo 3)




Trittico di seitan: Seitan con cipolle, Seitan all'Antica con cacao e carote, Seitan Alle mandorle


1. Seitan In Padella Con Cipolle (o, meglio, Cipolle In Padella con Seitan)

Ricetta rapida e gustosa (se amate le cipolle) ispirata dal Seitan E Cipolle di Ale65 de Il Ricettario Di Bianca


Ingredienti (per una persona)
  • 100 g di seitan
  • 2 cipolle medio-grandi
  • un cucchiaio di salsa di soia
  • un cucchiaio di aceto balsamico
  • il fondo di un bicchier d'acqua
  • olio extravergine d'oliva
Procedimento: Tagliate a pezzetti abbastanza grandi le cipolle e fatele soffriggere nell'olio. Una volta che sono appassite aggiungete il seitan e fatelo insaporire per qualche minuto. Poi aggiungete la salsa di soia, l'aceto e l'acqua. Lasciate addensare il sughetto e servite caldo.
Non fate caso alla banalità della ricetta... nella sua semplicità è una goduria cosmica!


2. Seitan all'Antica con Cacao e Carote 
Preso quasi senza variazioni dai Bocconcini di Seitan All'Antica Con Cacao E Carote di Sbirciare in Cucina... un accostamento strano per una preparazione lunga. Che però ripaga la pazienza!



Ingredienti (per una persona)
  • 80 g di seitan
  • uno spicchio d'aglio
  • 65 ml di vino rosso
  • un cucchiaio di aceto di mele (l'originale voleva "aceto rosso aromatico" che io, ahimé, non possedevo)
  • 4 chiodi di garofano
  • un cucchiaino di cannella in polvere (oppure un pezzetto di cannella)
  • un pezzetto di noce moscata
  • un cucchiaio raso di zucchero di canna
  • mezzo cucchiaio di cacao amaro
  • mezzo cucchiaio di mandorle tritate
  • 150 g di carote
  • olio e sale
  • rosmarino
  • qualche cucchiaio di farina
Procedimento: Tagliate il seitan in bocconcini di piccole-medie dimensioni: infarinateli e fateli rosolare nell'olio insieme aglio, il rosmarino e il sale. Mentre il seitan rosola fate bollire in un contenitore piuttosto ampio (anche se lì per lì vi sembrerà eccessivo e inadatto alla bisogna) il vino con le spezie, lo zucchero, il cacao e l'aceto  (avendo io ridotto le dosi ai minimi termini la bollitura avverrà in un batter d'occhio ). Tuffate il seitan nel vino caldo e lasciatelo cuocere per almeno 40 minuti: avendo io sufficiente tempo ho fatto come consigliato da Isa di Sbirciare in Cucina e ho lasciato a cuocere per un'ora e mezza, aggiungendo di tanto in tanto acqua calda fino a coprire.
A metà cottura aggiungete le carote tagliate e a dadini, così che si glassino insieme al "brasato". A fine cottura aggiustate di sale, di zucchero e aceto se lo ritenete necessario (io non lo ritenni e lasciai così com'era).
Fate calare a pioggia poca farina aiutandovi con un colino e amalgamate velocemente per addensare la salsa. Aggiungete le mandorle e servite ben caldo, se non bollente.


3. Seitan Alle Mandorle
Riprendo quasi letteralmente il Seitan Alle Mandorle di Vera di Semplicemente, Vera: una ricetta facile, veloce, aromatica e golosa, soprattutto per l'abbinamento mandorle-vino rosso


Ingredienti (per una persona)
  • 125 g di seitan
  • una cipolla
  • una manciata di mandorle pelate
  • 2 dita di vino rosso
  • un cucchiaio di salsa di soia
  • rosmarino
  • noce moscata
  • salvia
Procedimento: Tritate finemente la salsa e il rosmarino. Fate a pezzetti molto piccoli (in sostanza, tritate) la cipolla e unitela al trito di erbe insieme ad una generosa grattugiata di noce moscata. Tritate le mandorle non troppo finemente (e se volete tostatele, passaggio che io ho omesso), tenendone da parte qualcuna per decorare.
Fate rosolare il seitan tagliato a tocchetti con olio in una padella: non appena comincia a imbiondire aggiungete il trito aromatico, poi bagnate col vino e la salsa di soia. Fate evaporare a fuoco dolce. Infine aggiungete le mandorle, mescolate e servite guarnendo il piatto con le mandorle tenute da parte (nella foto le mandorle decorative non si vedono perché già sgranocchiate ).


E così, voilà, con questo trittico di seitan posto a termine di una caotica riflessione in cui ho mescolato discussioni di genere, di femminismo, di società, di politica e di etologia. Vi abbraccio e vi auguro una buona serata, con la speranza di rileggerci presto.


Giulia

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