"Perché una realtà non ci fu data e non c'è; ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere; e non sarà mai una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile"

(Luigi Pirandello)

martedì 12 aprile 2011

Il termine delle Madeleines e la soglia del quarto di secolo: il ricordo dell'epoca studentesca con le caserecce integrali filanti per il concorso di Garofalo e Rosso Pomodoro... e i ritardo (per non smentirmi) lo Stylish Award di Zori.

C'è così tanta attualità di cui parlare - la mia assenza, dovuta a scombussolamenti vari nella mia vita pseudo-professionale (non che lavori eh... ma la ricerca dello stage mi ha coinvolto così tanto da costituire un vero e proprio lavoro... e adesso che alla fine l'ho trovato avrò un vero e proprio lavoro non pagato a cui far fronte), la tragedia giapponese con terremoto, maremoto e Fukushima, tragedia che va ben oltre il fatto stesso (in sé già tragico perché ha coinvolto delle vite) ma che potrebbe coinvolgere il mondo intero per anni (e poi non mi vengano a parlare della presunta convenienza delle centrali nucleari di ultima generazione! il solo rischio, ineliminabile, di certe possibilità le rende in sé impossibili... Investiamo sulle energie rinnovabili piuttosto che sul nucleare, energie più ecologicamente sostenibili, energie migliori, quasi "pulite", esteticamente meno "ingombranti"---- fine della pubblicità progresso ... scusatemi ma di fronte a certe scempiatezze, e ancor di più alle affermazioni riguardo a tali scempiatezze, non ce la faccio a stare zitta), la guerra in Libia, il "processo" al nostro beneamato premier (processo che più o meno va avanti anche se c'è un'affannata corsa della maggioranza nel far decadere le più svariate accuse) - c'è così tanta attualità da trattare e io preferisco indugiare sulla mèmoire, sulle rimembranze, sui bei tempi andati.
Ma una ragione c'è. L'altra settimana - lunedì scorso per l'esattezza - era il mio compleanno, data che ha segna il termine ultimo della mia raccolta "Madeleines mon amour", oltre al compimento dei 25 anni. Per quanto riguarda la mia prima raccolta, sono soddisfatta: le adesioni non sono state tantissime ma in una misura comunque molto più alta di quello che credevo... grazie, davvero, grazie a tutti quelli che hanno scelto di partecipare e di condividere con me, con noi, una sua mèmoire. 

Ci tengo a chiarire (perché forse non l'ho fatto in misura adeguata) che "Madeleines mon amour" non è un contest con un vincitore o dei premi qualsivoglia... per un progetto simile, non preoccupatevi, ci sarà tempo e luogo, ma non è questo. Si tratta semplicemente di una raccolta di ricette (dolci, salate, vegetariane e non, di pane, di pasta, di verdure etc....) accomunate dal semplice fatto di essere veicoli di ricordi. Non c'è un vincitore, non ci sono proclamazioni di vittorie o giurie da segnalare... e mi scuso se sono stata così poco chiara da lasciarlo credere a qualcuno. Provvederò a raccogliere le ricette in un .pdf che farò in modo da rendere disponibile e scaricabile per tutti: abbiate pazienza e anche questo accadrà.
Il 4 aprile ho ufficialmente, peraltro, varcato il quarto di secolo... è un'età che fa riflettere. Seriamente. A venticinque anni sei ancora giovane ma non sei più né una bambina né una ragazza: sei decisamente donna. Non c'è più una scusa una che ti esima dall'esserlo.
Mi direte, ma che differenza fa dai ventiquattro anni? sei donna anche allora, con le stesse responsabilità, gli stessi doveri etc... che è cambiato poi?
In realtà nulla. Forse la differenza è solo nominale, è vero. Però c'è. E' come un ulteriore distacco dalla vita "di prima" anche se non so bene, ancora, quale sarà la mia vita "futura". Sto ancora in un limbo di incertezza, certo, ma sempre più lontana da quel periodo, ancora fresco nella memoria, di quand'ero studente. Adesso vivo in una città universitaria e sono circondata da studenti... ma non sono più studentessa.
Ogni volta che cammino incrocio per forza di cose studenti intenti a parlottare, a guardare le vetrine o i libri, a discutere delle lezioni e degli esami... ad essere così naturalmente studenti. E non posso non ricordare, per forza di cose, di quando quella era la realtà anche per me... sono fuori dal mondo dell'università da così relativamente poco tempo che a volte mi stupisco di non esserci più e mi morde un pizzico (leggero leggero in verità) di nostalgia.
Quei tempi andati in cui la più grande preoccupazione era arrivare in orario alle lezioni e riuscire a seguire tutto con un minimo denominatore di consapevolezza; in cui la più grande ansia erano gli esami di fine semestre e la capacità di sopravvivere in mezzo alla pila dei libri; in cui non ero affannata dall'idea di come "sopravvivere", in cui non avevo troppo in testa le misere cifre del mio conto in banca, in cui all'idea del futuro rimandavo con un "si vedrà". In cui vivevo - come ogni studente sa - nella piena convinzione di aver sempre qualcosa da fare, di non aver mai tempo da perdere, di avere sempre una cappa scura di impegni opprimenti (impegni studiosi ovviamente )... e poi finivo per perder tempo in maniera indescrivibile e nelle più indescrivibili maniere
Se ha fortuna uno studente è in grado di organizzarsi bene nello studio, ma spesso vive da un'altra parte quando si tratta di organizzare le altre cose... tranne forse lo sport. Tra i mille (reali e presunti) impegni dello studente la questione del pasto viene messa decisamente in secondo piano: spesso lo studente ha davvero molto poco tempo per organizzare e consumare un pasto, tra una lezione e l'altra, tra una sessione di studio e l'altra, tra una sessione di studio e una lezione etc... 
Non è una questa prerogativa solo dello studente questa, sia chiaro: molte persone che lavorano hanno magari solo un'ora per tornare a casa e pranzare, o tornano a casa la sera con la voglia di mettersi ai fornelli pari a zero. 
Ma in effetti lo status dello studente ha un quid suo, anche per quanto riguarda il mangiare. Non ho studiato da fuori sede e quasi sempre tornavo a mangiare a casa, in cui mia madre continuava ad organizzare sani ed equilibrati pasti; quando restavo a pranzo fuori causa lezioni pomeridiane mi recavo quasi immancabilmente alla mensa universitaria (fatta eccezione per una giornata di un semestre in cui il tempo di stacco tra una lezione e l'altra era così breve da darmi appena il tempo di masticare velocemente un panino imbottito portato da casa)... la mensa che ha rappresentato luogo di incontri, di ritrovi, di scherzi, di stacco e di chiacchiere, oltre che motivo di ispirazione per alcuni piatti (è dalla mensa dell'Università di Pisa che ho preso l'idea - in sé banale - della zuppa di zucca e patate che così spesso ha poi allietato la mia tavola).
Ma ho vissuto quasi solo di riflesso la vita gastronomica dello studente fuori sede, un po' per le novelle udite dai miei compagni un po' per esperienze concretamente vissute con amiche e amici fuori sede: ho il ricordo solo di un sacco di risotti, a tutte le ore, di olio (un sacco di olio!), di zucchine presenti in ogni dove e in tutte le stagioni, di latte versato generosamente nel caffé (questo per quanto riguarda la colazione ovviamente)... e un pressante, persistente, odore di fritto. Sarà che gran parte della popolazione studentesca pisana è meridionale, e in meridione la frittura è un'arte.  I fuori sede di mia memoria mangiavano riso, prosciutto, formaggio, zucchine, pomodori in lattina, pastasciutta, patate, ignorando spesso le basi più elementari di una sana nutrizione... qualche ragazza a volte azzardava anche un frutto. Sarà adesso come allora, presumo, perché il tempo è passato per me che accarezzo solo di sfuggita i contesti studenteschi, ma gli studenti ci sono ancora, con i loro problemi, i loro impegni studiosi, le loro abitudini culinarie.
Il 4 aprile, il mio quarto di secolo, la mèmoire e una nostalgia che tale in realtà non è perché mi proietta in un mio mondo passato che è stato bello nel suo momento ma in cui non vorrei tornare... tutto questo si inserisce perfettamente nel contesto del concorso La pasta degli studenti... con 5 ingredienti nata dal connubio di intenti tra Il Pomodoro Rosso e la Pasta Garofalo (unione che nella mia testa strana avevo sintetizzato per qualche tempo con la nomea de Il Garofano - mutato da "garofalo" - Rosso).




Propongo così una ricettina improvvisata per l'occasione di una giornata soleggiata in cui mi sono figurata di essere uno studente attrezzato con la misera dispensa dello studente: niente tofu o seitan o sughi o verdure strane, niente spezie esotiche che quasi nessuno ha mai sentito nominare, nessuna di quelle erbette aromatiche che tanto adoro... oddio, proprio nessuna no, ma solo quelle che ogni dispensa normale ha e di fronte alla quale nessuno ti guarda stranito come se stessi proponendo chissà quale stranezza. E così è venuta fuori questa preparazione che, nella sua assoluta semplicità, si fa gustare con straordinario (e vi dirò, quasi insperato) piacere.




Nota di domenica 17 aprile 2011 (150 anni e un mese dopo l'Unità di Italia): Per non smentirmi sono in ritardo anche per questo. Mesi fa, ormai, Zori mi diede il bel riconoscimento dello Stylish Award, premio che passa tra i blogger. Com'è mia abitudine ho rimandato la pubblicazione, anche perché l'award mette in gioco anzitutto il blogger che lo pubblica, e in maniera direi quasi "spudorata"... e così ho rimandato... Ma di tempo ne è passato troppo, al punto che Zori da Dreaming in the kitchen si è trasferita in FatBeaters e probabilmente non si ricorda nemmeno più di avermi dato questo premio. Ed è un peccato perché è un premio interessantissimo, personale e personalizzante.




Il premio si articola in 3 step:

1. ringraziare il blog donatore: questo l'ho già fatto a suo tempo ma lo rifarò sul nuovo indirizzo di Zori 
2. raccontare sette cose di sé 
3. girare il premio ad altri 10 blog

Lo step 2 già è arduo... alla fine, sono una timidona e svelarmi, tanto più sul palcoscenico globale che è Internet, mi è arduo. Ci proverò .

  1. Mi sono da poco appassionata al gioco degli scacchi. Per anni l'ho dileggiato, animata da sciocchi pregiudizi, ma già alla prima partita (ovviamente perduta ignominiosamente) ho capito di essermene innamorata
  2. Mi sono sempre definita atea ma mi rendo conto che in certi atteggiamenti sono stata più dogmatica del più grande fervente religioso: fortunatamente da qualche tempo a questa parte sto acquisendo un atteggiamento più equilibrato e più in grado di considerare le varie e distinte parti e le loro ragioni.
  3. Sono una persona contraddittoria: in me coesistono infatti, e vanno a braccetto, tendenze (di solito due) opposte e contrastanti: lo si vede ad esempio nel fatto che sono molto ansiosa, ho un sacco di paure, di tentennamenti, di considerazioni lunghe e ponderate (tendenza uno) e nel contempo mi butto spesso in "imprese" che sembrano irragionevoli, o comunque sono dettate più dall'istinto che da altro, rifiutandomi quasi di considerare ogni pro e/o ogni contro (tendenza due).
  4. L'odore di primavera mi emoziona. Sento che, insieme alle narici, mi si stringono il cuore e lo stomaco e spesso mi salgono agli occhi lacrimucce di commozione.
  5. Odio quando qualcuno non mi risponde al telefono. Più di quando non mi chiama pur avendomi detto che l'avrebbe fatto. Son strana, lo so...
  6. Mi sono resa conto di avere una certa ansia di controllo: non solo di controllo di ciò che avviene a me, badate bene, ma anche di controllare ciò che fanno gli altri attorno a me (cosa peraltro impossibile e per nulla raccomandabile ). Se le cose non vanno come secondo me dovrebbero andare, mi irrito spontaneamente, in maniera decisamente arazionale... e mi irrito in particola modo (anzi, soltanto) con me stessa.
  7. Mi crea soggezione parlare al telefono. Davvero. Sono sicura di trasmettere un terzo di quello che voglio dire e di apparire molto più confusa di quanto non sono.
Ed ecco i miei 7 punti. Adesso giungo al terzo step e giro l'award ai seguenti nominativi :
E dato il nostro premio, ritorno subito di corsa alla pasta dello studente.




[...] perché il giovanotto è studente che studia che si deve prendere una laura che deve tenere la testa al solito posto cioè sul collo.

(Totò e Beppino: "Totò, Beppino e la malafemmina")


Caserecce filanti dello studente in olio aromatico





Ingredienti (per una persona)

  • 80 g di Caserecce Integrali Garofalo (No. 5-88) (la quantità può ovviamente variare a seconda dell'appetito dello studente e della sua necessità di integrare zuccheri semplici in seguito alla giornata di studio intenso e disperatissimo)
  • 100 g di mozzarella (ottime a questo riguardo le mozzarelline da 100 grammi opportunamente trafugate alla mensa universitaria - pagando il pasto completo per mangiare poi solo primo e contorno e portandosi a casa la mozzarella - e infilate nel frigorifero di casa con l'intenzione di usarle prima della data di scadenza)
  • 2/3 cucchiai di olio extravergine d'oliva
  • uno spicchio d'aglio
  • le erbette aromatiche presenti in casa: origano, salvia, rosmarino, basilico etc...
Tempo di preparazione: approssimativamente 15 minuti (i 12 minuti di cottura della pasta e qualche minuto di riposo per lasciare che la mozzarella si sciolga dolcemente sulle caserecce)

Procedimento: Mettete a scaldare l'acqua per la pasta e, una volta che comincia a bollire, salatela. Mentre aspettate che la pasta cuocia scaldate l'olio con l'aglio schiacciato e le erbette, così che l'olio possa insaporirsi per bene con l'aroma delle erbe e dell'aglio.
Prima che si surriscaldi eccessivamente e cominci a sfrigolare in maniera pericolosa, togliete la padella con l'olio aromatico dal fuoco e lasciatela da parte.
Schiacciate la mozzarella con lo schiacciapatate, se l'avete, o più semplicemente con le mani, riducendola in poltiglia: quest'accortezza darà un tocco estetico al piatto finale e consentirà una migliore "capacità di liquefacimento" della mozzarella stessa sulla pasta fumante.
Scolate la pasta un minuto prima di quanto indicato dalla busta (quindi dopo 11 minuti) e fatela saltare nella padella coll'olio aromatico opportunamente rimessa a scaldare sul fuoco prima di scolare la pasta: fate saltare per un minutino e poi trasferite la pasta aromatizzata nel piatto da portata. Cospargete sopra la pasta la mozzarella schiacciata e attendete qualche minutino (un paio di minuti, forse meno... niente di più) perché il formaggio cominci a sciogliersi dolcemente a contatto col calore della pasta e dell'olio e col fumo emanato. 
Munitevi di forchetta e gustatevi questa delizia filante!




Ringraziando Garofalo e Il Pomodoro Rosso per l'occasione del ricordo che mi hanno dato e voi per avermi letta nonostante il mio inscusabile tacere di questo ultimo mese (quante volte mi son messa al computer con l'intento di aggiornare! quanti post ho cominciato, quante ricette fotografato! e poi i fattacci crudi, contingenti, urgenti, della vita, mi hanno sempre costretto a rimandare ), vi abbraccio virtualmente tutti quanti augurandovi una bella, rilassante, quasi primaverile, serata.




Giulia





7 commenti:

  1. Ahh come è difficile il distacco da quel mondo chiamato adolescenza, in cui la scuola è il suolo calpestato da soli, avendo la contentezza di uscire finalmente da casa e immergerci in un mondo nuovo tutto nostro.
    Il termine degli studi risulta allora traumatico, lo è stato anche per me. Ci sembra di lasciare una immensa casa dove sono ben riposte le tappe della nostra crescita, gli amici, gli amori (perchè no), i saperi.
    25 anni in effetti è una età di confine, una linea valicata dove purtroppo vediamo quello che abbiamo costruito fino al giorno prima come un passato.
    Ma così non è, e lo sappiamo. La vita è fatta di giornate, trascorse nel mondo dell'esperienza e non ha confini, righe da tirare, ma soltanto ci chiede di continuare ad abitare in quella immensa casa che, se prima la chiamavamo adolescenza, oggi, alla tua età, bisogna scoprire che è la nostra intera vita.
    Continua ad abitare lì e continua come hai sempre fatto, cioè ritenere i giorni a seguire come il lunghissimo cammino della nostra vita, la quale non ha interruzioni.
    Magari, il prossimo mese questa tua interessante ricetta ti verrà voglia di chiamarla "Caserecce filanti della dottoressa Giulia in olio aromatico" :DDDD
    Lorenzo

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  2. Con ritardo ti faccio tanti auguri per il tuo 25° compleanno! E poi ti ringrazio per il premio, naturalmente molto gradito!
    Che belli i tempi dell'università, come non ricordare la mensa, devo dire che il piacere di mangiare in compagnia degli amici faceva mandare giù anche qualche piatto non proprio "eccellente".
    In bocca al lupo per il contest, hai preparato un primo molto profumato!

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  3. Prima di tutto Tanti Auguri per il tuo Compleanno qui , al ricettario te li avevo fatti ^_^ mia figlia mi ha portata alla mensa dell'università è bellissimo tutto allegro e spensierato!!
    Bellissimo piatto e grazie per il premio sei un tesoro, lo prendo e al prossimo post lo metto.
    Un saluto affettuoso a tua mamma e Buona Pasqua
    smacckete Anna

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  4. carissima! è sempre una gioia leggere i tuoi commenti e ti devo ringraziare per l'ennesima volta di aver pensato a me :)) non sapevo che il 4 aprile fosse il tuo compleanno, poi per un traguardo così importante anche io credo che lo sia, anche se un anno è sempre un anno, come tra i 23 e i 24, così fra i 24 e i 25.. eppure il 25 è un tale passo!!! allora augurissimi in ritardo e UN ABBRACCIONE, corredato di bacio con lo schiocco!

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  5. ciao giulia, grazie mille per il premio che hai pensato di girare a Cooking Movies! la dieta degli studenti non è di certo quanto di più sano ci sia, ma giustamente quell'età si ha altro a cui pensare, molto spesso! :-) Alla prossima

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  6. Splendida ricetta, complimenti. Colgo l'occasione per fare a te ed a tutta la tua famiglia gli auguri di Buona Pasqua, ciao
    M.G.

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  7. A tutti faccio in premessa calorosi, anche se ritardatari, auguri di dolce Pasqua e un ricordo per il giorno della Liberazione. In anticipo a tutti un augurio forte per la festa del Lavoratori :*

    @Lorenzo: Ciao... che bello il tuo commento, e non solo perché è il primo :P Mi piacciono in toto le tue riflessioni, sia sul termine degli studi, sui confini che ci tracciamo noi in una vita che è in realtà fatta di giornate, di momenti, che è inincasellabile e non divisibile in confini o righe da tracciare. Complimenti! spero a presto un abbraccio

    @ania: Grazie degli auguri e del commento. GFià, ricordo anch'io con tenerezza i tempi dell'università, della mensa, delle compagnie e delle risate con gli amici. E pensare che l'ho lasciata da poco più di un anno soltanto e già la mia percezione è cambiata del tutto. Un abbraccio e buona serata

    @Anna: Ma ciao! Che carino, tua figlia ti ha fatto fare un giro turistico alla mensa dell'università? Che simpatico... E' vero, appare spensierato ed allegro, anche se spesso gli studenti hanno la testa piena di preoccupazioni per gli esami o di noia per la lezione imminente :) Grazie cara un abbraccio

    @Patapata: Ciao! E' sempre bello leggere i tuoi, di commenti. Sono d'accordo sulla tua riflessione, il 25° appare come un grande passo, un gran cambiamento. Grazie mille degli auguri, sei sempre gentilissima. spero di leggerti presto e tornerò subito a sfogliare le tue meravigliose ricette
    un bacio

    @Passiflora: Ciao cara, grazie del coimmento! Gli studenti hanno altro a cui pensare, sì, e poi hanno spesso una coscienza alimentare che sfiora valori negativi :) Un abbraccione buona serata

    @Picetto: Grazie degli auguri, li ricambio con calore anche se in ritardo :D

    Giulia

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